Una gita o un breve viaggio sul Sebino prima del fatidico 18 giugno, quando migliaia di persone arriveranno per The Floating Piers dell'artista bulgaro-newyorkese, è d’obbligo. Per goderselo com'è davvero. Perché, dopo, niente sarà più lo stesso.
E così il mesto, intimista, incompreso Sebino avrà il suo momento di gloria. Di fasti internazionali, di ribalta sul palcoscenico artistico del mondo. Di folle vocianti e variopinte, di caos e fragore, uno sconquasso cui non è certo abituato. Lui, il piccolo lago lombardo, bello, bellissimo, certo, ma mai stato in vetta alle classifiche dei luoghi più gettonati. Così defilato e amato da chi apprezza i suoi silenzi, le atmosfere tenui, perfino le sue brume appena accennate e frequenti che nascondono le sponde, “acquerellano” i particolari, i contorni, le case. La gente, perfino. È così il Sebino. Diverso.
Bisogna essere un po’ poeti per amarlo. E per preferirlo. Perché da queste parti la concorrenza è agguerrita e quasi sleale. C’è il Garda a una cinquantina di chilometri, anche meno in linea d’aria. Un mare di acqua dolce, fastoso e famoso fin dai tempi dei romani. I tempi di Catullo, il poeta, che scelse non a caso il punto più bello per costruirci una megavilla, come si direbbe oggi. Così largo e grande che ci navigano sopra i quasi-yacht dei quasi-miliardari russi (i miliardari-miliardari stanno a Montecarlo), così luminoso e splendente che sembra una cartolina. Facile. Ci sono i laghi d’Idro e di Ledro, virgole di purissimo azzurro disegnate fra i monti. Da venirti voglia di fare il pescatore di trote e startene lì su un prato verde a meditare. Facile. Il Sebino è la via di mezzo. E bisogna capirlo.
Durerà poco, un fuoco d’artificio che forse lo illuminerà per sempre. Gli appassionati delle classifiche e delle “dieci cose da fare, i dieci alimenti di cui nutrirsi, i dieci motivi per… nella vita” hanno già stabilito che una puntata al Sebino nei 16 giorni che vanno dal 18 giugno al 3 luglio è uno dei 10 viaggi obbligatori nel 2016, e la celebre guida turistica Lonely Planet ha già decretato che il mesto Sebino deve essere messo fra “le dieci nuove destinazioni” a livello mondiale. Potenza di Christo che, come un suo quasi-omonimo (ma senza accento sulla “o”, e non bulgaro), camminerà sulle acque. Anzi, farà camminare sulle acque una folla che si prevede immensa. I Floating Piers, i moli galleggianti, vagheranno sulla distesa solitamente quieta del Sebino per circa tre chilometri (cui se ne aggiungeranno due sulla terraferma), partendo da Sulzano, sulla sponda orientale, toccando Monte Isola e compiendo il periplo dell’isoletta di San Paolo (di proprietà della famiglia Beretta, quelli delle armi). Sopra, volendo, 17mila persone contemporaneamente. E il genio delle installazioni avrà compiuto il miracolo di far conoscere il mesto lago.
Meritarselo, se lo merita. E allora andarci prima del fatidico 18 giugno, e goderselo com’è davvero, perché, dopo, niente sarà più come prima, è forse l’obbligo vero. Il Sebino, o lago d’Iseo, per via della sua minuscola capitale, è messo lì, scavato dai ghiacciai qualche milione di anni fa, fra le province di Brescia e Bergamo. Diviso arbitrariamente in due da confini burocratici, popoli cugini, stessa parlata (o quasi), stesse abitudini, uniti dalla “polenta e osei” e dalla tinca al forno. Si comincia da qui, dalla tinca al forno. Pesce grasso, succulento, quasi peccaminoso, diventato un business a Clusane, piccola frazione della capitale, a scapito delle tonnellate di tinche finite in padella nel corso dei decenni. Non so, è come parlare di ostriche a Cancale, dove te le spiattellano in tutti i locali, di bistecche di bufalo nel Nord Dakota, di aragoste nel Maine. Famigliole ruspanti e raffinati gourmet uniti dalla tinca con polenta. Si comincia sempre da un piatto. Fa capire.
Il lago è lì che fatica a non entrare nel ristorante, pulito, trasparente, che sciaborda sulla spiaggetta di ciottoli, qualche barchetta di legno sullo sfondo e niente quasi-yacht da lago di Garda. Di solito Archetti, scafi storici di uno storico cantiere, semplici, da pescatore, di bellissimo legno, di forma sensuale. Li fanno a Monte Isola, Montisola detto in fretta, che è quella montagna piantata nel mezzo del lago, 400 metri di altezza. La più grande isola lacustre d’Italia e di un po’ d’Europa. Pochi abitanti, frazioni sparse sulle pendici a fare un comune, un sindaco oggi orgoglioso perché il pier passerà anche di lì. Niente auto su Montisola, solo quelle pubbliche, solo scooter e motorini. Turismo familiare la domenica, rifugio per ultrasnob che hanno già vissuto e abbandonato Costa Azzurra e similari. Un santuario sulla vetta, aole fritte, in carpione o essiccate e messe in salamoia nei piatti della tradizione (le aole sono le alborelle, le vedi sui graticci a essiccare come vedi i telai dei merluzzi nei Paesi nordici). Quando un giorno, forse non lontano, anche gli scooter dovranno essere elettrici, sarà un piccolo paradiso a portata di mano. Non è gente che sta con le mani in mano, quella sebina. Oltre alle barche, qui a Montisola avevano cominciato inevitabilmente a fare anche le reti da pesca, per non doverle cercare sulla terraferma, e sono finiti a cucire le reti delle porte dei campi da calcio. Il vostro campione preferito ha sicuramente fatto goal in una rete fatta a Montisola. Anche se era in trasferta dall’altra parte del mondo. In terraferma, a Sarnico, nascevano i mitici Riva “Aquarama”, magnifiche sculture marine di legno lucido, e magnifico simbolo della bella vita degli Anni ’60, che poi finivano su altri laghi più “nobili”, ormeggiati nelle darsene delle ville del Maggiore o in Costa Azzurra. I cantieri di Sarnico sono aziende ancora solide e prestigiose.
La costiera misura una sessantina di chilometri in tutto. Sulla sponda est la recente Sebina Orientale sale a volo d’uccello per offrire un panorama quasi completo del lago, ma poi si infila in lunghe gallerie buie. Faranno anche scorrere il traffico, le gallerie, ma annullano lo spettacolo del paesaggio. Bisogna evitarle quando si può, per attraversare invece piccoli paesini. Il perimetro è un piccolo viaggio, la riva opposta non si perde mai di vista perché la larghezza media è di due chilometri e mezzo. La campagna del basso lago, a mano a mano che si sale a nord, lascia il posto alle prime colline, che diventano Prealpi. Una campagna con le atmosfere fra Medievo e Rinascimento, con vecchi borghi come Erbusco, Cazzago San Martino, Bornato, Passirano.
Pievi, castelli, monasteri, palazzi nobiliari, ville. Sulzano, da dove partirà il molo galleggiante, è mezzo lacustre e mezzo montano. Se si prende una qualsiasi strada dalla costiera, e ci si allontana dal lago, si va in salita e lo si abbraccia tutto con lo sguardo, il Sebino. Verso nord, dopo Sale Marasino e fino a Pisogne, si prende a sinistra e si cambia provincia, cominciando da Branico, frazione di Costa Volpino. Sulla sponda occidentale il paesaggio ti viene addosso piano piano. Meno centri abitati e una strada che lascia sempre stupiti, per esempio nel tratto fra Castro e Riva di Solto. E poi ci sono i sentieri che vanno su sulle montagne che fanno da super-argini del lago. Basta lasciare l’auto in un parcheggio e avere nel bagagliaio un paio di scarponi. Medi. Perché qui è tutto misurato, anche le salite. Medie. Niente di clamoroso, eclatante. Boschi misurati, prati, perfino mucche al pascolo. Quel che è straordinario da queste parti è che puoi fidarti dell’improvvisazione. Non ci sono luoghi “più” o luoghi “meno”. Luoghi obbligatori o luoghi da trascurare. Va bene tutto. Perfino senza guida. Solo che ci vuole lo spirito. Insomma, se siete alla ricerca di fasti lacustri non è il vostro lago. Ma dopo averlo conosciuto un po’, sarà ancora più piacevole viverlo camminando sulle acque.
Per fare questo, però, bisognerà seguire scrupolosamente una serie di consigli, anzi, di imposizioni, che trovate qui.
INFORMAZIONI
www.iseolake.info
ARRIVARE IN TRENO
Linea Brescia-Edolo. Fermate sul Sabino: Iseo (in una trentina di minuti), Pilzone, Sulzano, Sale Marasino, Marone-Zone, Vello, Toline, Pisogne.
www.trenord.it
BATTELLI SUL LAGO
www.navigazionelagoiseo.it
Orari e tariffe dei collegamenti di linea, crociere diurne e notturne.
DOVE DORMIRE
Fino al fatidico 18 giugno trovare alloggio sul lago non è difficile.
ISEO (BS)
Hotel Araba Fenice
Via Caproni 246, fraz. Pilzone, tel. 0309822004, www.arabafenicehotel.it
Prezzi: da 134 euro in doppia standard.
Storico albergo 4 stelle, direttamente sul lago.
Relais Mirabella
via Mirabella 34, fraz. Clusane, tel. 0309898051, www.relaismirabella.it
Prezzi: permanenza minima 3 notti (da 400 euro in doppia classica con colazione).
Albergo Romantik 4 stelle, in collina con vista sul lago.
I Due Roccoli
via Bonomelli 79, tel. 0309822977, www.idueroccoli.com
Prezzi: soggiorno minimo 3 notti (fino al 22 maggio 100 euro a notte in doppia vista parco, poi 143 euro).
Relais & Chateaux 4 stelle, isolato e tranquillo, ricavato in una villa del XVII secolo (con chiesetta annessa), rimaneggiata nell’Ottocento. Vale anche il ristorante.
SALE MARASINO (BS)
Agriturismo b&b Da Gesi
via Ronzone 85 (loc. Prato Castagnaro), tel. 3391921888 e 3393836438.
Prezzi: sui 125 euro a notte in doppia.
Tre camere spaziose, apprezzato per il cibo.
MONTE ISOLA (BS)
La Foresta
via Peschiera Maraglio 174, tel. 0309886210, www.forestamontisola.it
Prezzi: sui 90 euro in doppia con balcone vista lago e colazione.
Nella frazione dove attraccano i traghetti, ha camere sfiorate delle onde, giusto per respirare i profumi sebini. Anche ristorante.
SULZANO (BS)
Albergo ristorante Aquila
Via Cesare Battisti 87, Sulzano (BS), tel. 030985142.
Prezzi: sugli 80 euro per la doppia.
SARNICO (BG)
Sebino
piazza Oliva Besenzoni 1, tel. 035910043, www.hotelsebino.it
Prezzi: da 53,10 euro la doppia con prima colazione.
Tre stelle, vicino ai cantieri Riva.
DOVE MANGIARE
La tinca al forno a Clusane, le aole a Montisola e lo spumante nelle cantine della Franciacorta, che è appena a sud del lago (www.franciacorta.net/it/cantine/elenco-cantine). Lì ci sono anche ottime tavole, per chi ha voglia di fare qualche chilometro in più. Come la Dispensa Pani e Vini Franciacorta a Torbiato, a una decina di km da Iseo (proposte al banco, osteria e ristorante; www.dispensafranciacorta.com). E se si è in vena di esagerare ci sono gli stellati Due Colombe a Borgonato (7 km da Iseo; www.duecolombe.com) e Miramonti l’altro a Concesio (a una ventina di km da Iseo, www.miramontilaltro.it).
ISEO (BS)
Antica Trattoria del Gallo
via Risorgimento 46, fraz. Clusane, tel. 0309829200 e 3402727266, www.anticatrattoriadelgallo.com
Orari: 12-15 e 19-24; chiuso martedì.
Osteria ai Nidrì
via Colombera 2, tel. 030980860, www.osteriaainidri.it
Orari: 12-14 e 19-22, chiuso martedì (luglio e agosto sempre aperto).
Locanda dei Borghesi
vicolo Cantine 8, tel. 3403931785, www.lapiazzettasale.it/locanda-borghesi.html
Orari: 12,15-14.30 e 19.15-22, chiuso lunedì e a pranzo il martedì e il mercoledì.
MONTE ISOLA (BS)
Locanda Al lago
loc. Carzano 38, tel. 0309886472 e 3479186478, www.locandaallago.it
Orari: fino ai primi di ottobre aperto tutti i giorni.
VISITE GUIDATE
Associazione Barcaioli di Monte Isola
tel. 3299743020, www.barcaiolimonteisola.it
Tour con visite ai borghi, ai retifici La Rete a Siviano, Monte Isola (www.laretesrl.it), che cura anche il Museo della Rete, e Archetti a Sulzano (www.retificio-archetti.it); al Cantiere nautico Montisola (www.montisolabarche.it) che, come il Cantiere Archetti Ercole (www.cantierearchettiercole.it), realizza ancora gli affusolati naèt, le tipiche barche del lago d’Iseo usare dai pescatori (con intelaiatura in castagno selvatico e il resto in larice).
CHRISTO IN MOSTRA
In attesa di The Floating Piers si può visitare la mostra “Christo and Jeanne-Claude. Water Projects”, aperta dal 7 aprile.
Dove: Museo di Santa Giulia, via Musei 81, Brescia.
Quando: fino al 18 settembre (chiusa di lunedì).
Biglietto intero: 10 euro.
Info: tel. 0302977833-834
www.mostrachristo.bresciamusei.com