Federica Pellegrini portabandiera azzurra, con quattro anni di ritardo. La nuotatrice veneta rappresenterà l’Italia alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, dopo che avrebbe già dovuto farlo ai Giochi di Londra. Ma il “gran rifiuto” del 2012 è “acqua passata”, come dice la diretta interessata. Oggi ė tutto diverso: il calendario del nuoto, la sua maturità alle porte dei 28 anni da festeggiare proprio durante la cerimonia d’apertura (il suo compleanno cade il 5 agosto). Soprattutto, il rapporto personale con Giovanni Malagò, presidente del Coni e anche del Circolo Aniene per cui la Pellegrini è tesserata da sempre. Praticamente un padre per l’atleta di Mirano, a cui non era possibile dire di no.
“Sono molto felice. Anche se ci sono quasi 30 anni di differenza, io e Federica siamo cresciuti insieme. Io da dirigente, lei come atleta”, dice il numero uno dello sport azzurro. Qualcuno (specie fra i colleghi) potrebbe storcere il naso per la scelta di un’atleta che in passato aveva dato quantomeno l’impressione di snobbare un po’ l’importanza della bandiera. Ma a livello politico la nomina è stata ampiamente condivisa, ratificata all’unanimità da parte della Giunta. Il nome della Pellegrini circolava da mesi, come era circolato con insistenza anche nel 2012 alla vigilia dei Giochi di Londra. Allora la diretta interessata si tirò indietro a mezzo stampa, spiegando che per lei sarebbe stato un problema con le gare in calendario per il giorno dopo. “A malincuore rifiuterei” aveva tagliato corto, provocando la reazione stizzita dell’allora presidente del Coni, Gianni Petrucci: “Portare la bandiera alle Olimpiadi non è una via crucis. Prendo atto di quanto ha detto”. Così la scelta era caduta su Valentina Vezzali, che proprio ieri si è ritirata.
Con questo passaggio di consegne a distanza, Federica Pellegrini diventa il volto dello sport azzurro ai prossimi Giochi. E prova a cancellare le polemiche del passato: “Quella vicenda mi ha fatto davvero male”, spiega. “Io sono molto patriottica, nella nazionale viviamo per il tricolore. All’epoca dissi cose che a me sembravano logiche, il giorno dopo avevo i 400 metri, una gara a cui tenevo tanto. Purtroppo furono male interpretate dagli addetti ai lavori. Ma oggi ė tutto diverso, per me sarà una grande emozione”. Stavolta in effetti la Pellegrini non farà i 400 metri, anche se il giorno dopo (nel pomeriggio e non al mattino) sono comunque in programma le batterie della staffetta. E nel 2012 aveva detto che la sua scelta sarebbe stata la stessa anche se non avesse avuto gare il giorno dopo, perché “sette ore sulle gambe non si recuperano in una giornata“. Evidentemente oltre al calendario è cambiato anche il suo pensiero.
Buon per l’Italia e buon per Malagò, che avrà come portabandiera la sua atleta più rappresentativa. “Non poteva essere che lei la persona per questo onore”, ha detto il numero uno del Coni. Ed in effetti il panorama dello sport azzurro in questo momento non offriva grandi alternative. Si era parlato anche dello schermidore Aldo Montano (che però si è appena operato e dovrà fare una corsa contro il tempo per essere a Rio), di Clemente Russo (pugile “vip” che però alle Olimpiadi non ha ma vinto un oro), della tuffatrice Tania Cagnotto o del veterano del tiro a volo Giovanni Pellielo (disciplina troppo di nicchia). Nessuno, comunque, aveva il suo palmares e la sua notorietà. Dopo Miranda Cicognani, Sara Simeoni, Giovanna Trillini e Valentina Vezzali, Federica Pellegrini diventerà la quinta donna portabandiera nella storia delle Olimpiadi azzurre (per le Paralimpiadi invece è stata scelta Martina Caironi), smentendo anche il principio dell’alternanza di genere. Sfilerà allo stadio Maracana in testa alla delegazione italiana, al numero 103 delle 206 nazioni accreditate ai Giochi, il 5 agosto intorno alle 21.20 ore locali (alle 2.20 del mattino in Italia). Sotto gli occhi soddisfatti del “suo” presidente Giovanni Malagò.
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