Dopo gli insulti del suo avvocato, che l’ha definito “un povero coglione con l’intelligenza di un posacenere vuoto“, per il terrorista della strage di Parigi Salah Abdeslam arrivano anche quelli dei detenuti del carcere di Fleury-Merogis, dove è rinchiuso da ieri.

A differenza però della valutazione psicologica fatta del suo legale, gli altri carcerati “radicalizzati” gli hanno riservato offese e fischi e gli hanno rimproverato una cosa sola: quella di non essere andato fino in fondo facendosi esplodere come gli altri suoi compagni kamikaze allo Stade de France, nei bistrot della capitale francese e al Bataclan.

Intanto spuntano nuovi inquietanti dettagli sulle falle dell’antiterrorismo belga. I servizi, secondo quanto riferito da un servizio della catena fiamminga Vtm, disponevano già lo scorso anno di alcune informazioni sui fratelli Abdeslam, ma non hanno agito.

Da una relazione del Comitato permanente di controllo dei servizi di polizia emerge inoltre che nel febbraio 2015 la polizia aveva sequestrato una chiavetta Usb a Salah Abdeslam, contenente contatti e informazioni di persone già sospettate di terrorismo, ma non ne aveva analizzato il contenuto. Inoltre, il procuratore federale aveva chiesto di monitorare il traffico dei due telefoni portatili di Salah, ma anche questo non era stato fatto. Gli investigatori, stando a Vtm, hanno persino smarrito un telefonino cellulare di Abdeslam.

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