I giudici hanno condannato solo Ferdinando Santini, all'epoca dei fatti legale rappresentante di Tecno Impianti, la ditta che si occupò della saldatura della condotta. Per lui pena ridotta da tre a due anni con la sospensione condizionale
Assoluzione per tutti i tecnici Hera nel processo di appello sull’esplosione causata da una fuga di gas, che il 23 dicembre 2006 distrusse una palazzina a San Benedetto del Querceto, sull’Appennino bolognese, e uccise cinque persone. I giudici d’appello di Bologna hanno condannato solo Ferdinando Santini, all’epoca dei fatti legale rappresentante di Tecno Impianti, la ditta che si occupò della saldatura della condotta. Per lui pena ridotta da tre a due anni con la sospensione condizionale.
Assolti per non aver commesso il fatto Fabrizio Mazzacurati, all’epoca dei fatti responsabile area reti di Hera (difeso dagli avvocati Guido Magnisi e Patrizio Orlandi), Marco Melossi (capo gestioni reti Seabo), Dovilio Albertini e Roberto Raggi (funzionari del distretto Hera di Loiano). Il processo era stato riaperto in appello con una nuova perizia tecnica sull’esplosione, chiesta dagli avvocati Magnisi e Orlandi e disposta dai giudici, presieduti da Roberto Cigarini.
Il procuratore generale Attilio Dardani aveva chiesto la conferma delle condanne. In primo grado il giudice Rita Zaccariello aveva ritenuto i cinque responsabili di omicidio colposo plurimo e disastro colposo: Mazzacurati, Melossi, Albertini e Raggi furono condannati a quattro anni, a tre Santini. Nove furono le assoluzioni. Nell’esplosione morirono cinque persone (il vigile del fuoco Simone Messina, Enzo Menetti, Teresa Minarini, Margherita Mazza e Augustin Ciceu) e diverse altre rimasero ferite.