Sul punto di colpire, pronti al martirio in nome di Isis e “a ogni costo”, esaltati all’idea di fare strage di cristiani. A Roma, in particolare. “Caro fratello, ti mando il poema bomba” il messaggio inviato l’8 aprile scorso da uno sceicco all’aspirante kamikaze arrestato nell’operazione antiterrorismo di Ros e Digos, coordinati dalla procura di Milano. E Abderrahin Moutaharrik, il pugile marocchino con cittadinanza italiana che sul ring indossava una t-shirt con il logo di Daesh – era pronto alla “macellazione” degli infedeli. Perché “è un ordine di Dio, è il desiderio di Dio che ci ha scelto tra miliardi di persone”. Convinto a unirsi al Califfato in qualsiasi parte del mondo è pronto a partire per Siria. Riceve però l’ordine di colpire in Italia.

L’aeroporto, il Vaticano, i luoghi dove i cristiani si riuniscono i target del progetto suicida. E tra gli obiettivi c’era anche l’ambasciata di Israele a Roma. È il 6 febbraio Abderrahman Khachia e Moutaharrik conversano davanti al figlio di quest’ultimo di 4 anni. Una conversazione “di eccezionale importanza investigativa” secondo il gip di Milano, Manuela Cannavale, che ha firmato gli ordini di cattura. Prima di esaltare le gesta di Oussama Khachia, morto in Siria dopo essersi unito al Califfato, prima ancora di ricordare gli attacchi di Parigi (“…quello che sta per accadere è peggio, è solo all’inizio. Non hanno ancora visto niente…” e citare le parole dello sceicco El Adnani “Giuro che vi colpiremo nel cuore delle vostre case”, i due parlano del progetto.

L’attacco all’ambasciata. “Mi ha trovato la pistola”
Moutaharrik Abderrahim: “… Ci sono tante, tante storie, amico mio io una volta mi sono alzato e messo a progettare .. ho detto che voglio picchiare (inteso come colpire e far esplodere) Israele a Roma.

Khachia: Cosa.. il conso ..

Moutaharrik Abderrahim: Si … l ‘Ambasciata. .. e sono andato da un ragazzo albanese a Varese e gli ho detto di procurarmi una pistola, la volevo comprare da lui e forse lui si è insospettito di me e mi ha girato le spalle, quante volte l’ho chiamato ma mi ha trovato la pistola, mi ha trovato la pistola, ma lui ….

Khachia: uno deve presentare qualche cosa per la sua religione, per il suo Dio, anche io 10_ penso.

Moutaharrik Abderrahim: questo che ti dicevo era nell’anno 2009

Khachia: fratello mio Abderrahim, io invece un ‘altra cosa che mi è successa, a parte l’Ambasciata, da quando è morto Ousama mi sono sentito che posso … da lì ho sempre avuto il pensiero e la voglia di andare li a trovare i fratelli, a vedere la terra, ho tanto desiderio di andare,

li. Giuro, sai cos’è che mi fa. .. in Questura quella volta quando hanno portato via mio fratello
senza motivo, era innocente, se trovavo qualcuno che mi preparava per l’operazione…

“Non vedranno altro che macellazione e uccisione”
Il 20 marzo a Moutaharrik arriva un messaggio dallo sceicco che invita ad agire e ricorda le stragi avvenute in Europa: “Grazie a Dio abbiamo sentito le operazioni che sono state in Francia, operazioni dell’invasione della Francia, di Parigi, benedetta da Dio, le invasioni in Belgio, in America, all’est ed a l’ovest, grazie a Dio…”. Al lungo messaggio, in cui l’uomo è invitato “a fare questo bene lì nei paesi dei cristiani, a Roma, in Italia”. Moutaharrik risponde con cura e dopo aver consultato Khachia (più esperto di arabo classico). “Che Dio ti benedica Sheiko. se Dio vuole avranno la brutta notizia. Ci, vendicheremo di loro. che Dio vi protegga e ci sarà la vostra vittoria sul popolo degli ingiusti. se. Dio vuole da noi non vedranno altro che macellazione e uccisione, se Dio vuole vi raggiungeremo”.

E nel giorno degli attentati di Bruxelles: “Vedrai a Roma”
Mentre Bruxelles, è il 22 marzo 2016, è sconvolta dagli assalti in aeroporto e metropolitana, i coniugi Moutaharrik dicono di voler partire il più presto possibile con la speranza che anche Roma viva la morte e il terrore del Belgio. E ridono.

MoutaharrikAbderrahim: pensate! hanno attaccato Bruxelles

Bencharki Salma: (ride) mi ha detto Abderrahman .. Ah Achraf gli faranno impazzire, credono che
se hanno chiuso (incomprensibile) gli faranno impazzire, giuro, gli faranno impazzire (ride)

Moutaharrik Abderrahim: ma va! è finita, è finita.

Bencharki Salma: cosa è finita?

Moutaharrik Abderrahim: è finita questa storia, questa storia qua Bencharki Salma: non è finita, è cominciata

Moutaharrik Abderrahim: meglio, meglio scappare di qua, perché è finita qua in Europa, adesso
andiamo a vedere il Tg!

Bencharki Salma: (ride)

Moutaharrik Abderrahim: due giorni fa, hanno arrestato quel Salah,

Bencharki Salma: dove il telefono .. ?

MoutaharrikAbderrahim: (incomprensibile) tieni!

Bencharki Salma: (incomprensibile) ci avete preso voi, uno! aspetta! vi facciamo vedere.

Moutaharrik Abderrahim: ma va! ormai, (incomprensibile)lo stato, li hanno attaccati con quel … ,
(incomprensibile) a casa loro, voi siete di loro, fategli … impegnatevi a .. a .. a … a cercare le armi,
per cercare qualsiasi cosa nascondete? lo fate! ….

Bencharki Salma: perché, i telefoni, mi ha detto, come si chiama … anche se sono spenti, vengono
intercettati, questi nuovi telefoni, mi ha detto non c’è meglio che questo (incomprensibile) non
rimane niente. 60

Moutaharrik Abderrahim: eh! questi quà, ( incomprensibile) vedo di cambiare(incomprensibile)
Bencharki Salma: (incomprensibile) parla ridendo.

Moutaharrik Abderrahim: non hanno mai detto parole al vento, non hanno mai detto una parola,
così (per dire), eh!

Bencharki Salma: parca miseria! eh?

Moutaharrik Abderrahim: ma questa eh, aspetta! vedrai a Roma, vedrai dappertutto, vedrai, 3
uomini o 4 uomini distruggono, distruggono un’ intera,… un intera un intera città,
all’Aeroporto, l’aveva detto sheik El Adnani, gli ha detto; comincerete ad avere paura e a
camminare guardandovi le spalle, anche nelle vostre stanze, stanze, camere da letto, vostre, nOll
riuscirete più a dormire, dormirete con la paura.

“Abbattere questo paese”. Minacce anche al Vaticano
L’esaltazione all’idea di uccidere di Moutaharrik è sconfinata. Nei suoi deliri jhadisti, è il 25 marzo scorso, compare anche il Vaticano: “…si fratello, se Dio vuole, ci sarà solo del bene, se Dio vuole che loro pensano di essere in pace, invece giuro non sono in pace, anche se noi viviamo in mezzo a loro e giochiamo il nostro gioco come se fossimo come loro, però giuro che noi non siamo come loro, anche se ci incontriamo con loro, li salutiamo e gli ridiamo, invece giuro, non gli ridiamo dal nostro cuore, non li salutiamo dal cuore, giuro se potessimo trovare il modo, giuro che abbatteremo tutto questo paese, con la volontà di Dio, giuro se potessimo trovare il modo abbatteremo tutto questo paese e non sappiamo che questi infedeli per questa Italia, per questo Vaticano, per questi Presidenti, questi Presidenti infedele e loro che danno forza a tutto questo che sta succedendo ai paesi arabi e nei paesi islamici, però con la volontà di Dio, con la volontà di Dio, la maggior parte dei ragazzi qui hanno iniziato a muoversi, hanno iniziato .. è cambiata la situazione, i giovani sono diventati, non so come spiegartelo .. i giovani sono diventati un po’, con la volontà di Dio, con la volontà di Dio, troppo vicino, troppo vicino, succederà qualcosa conia volontà di Dio. Perché le persone hanno iniziato a sentirsi un po’ soffocati e sentono .. è diventata una guerra evidente contro l’islam, guerra contro l’islam adesso in qualsiasi posto la guerra è diventata evidente, con la volontà di Dio li vinceremo, con la volontà di Dio.

“Giuro sarò il primo ad attaccarli”
Primo però l’uomo vuole che la sua famiglia arrivi nel Califfato. “Mohamed, questi nemici questi nemici, io fratello mio, pregando Dio, anche se è così ho un po’ con quelle cose, non è che sono proprio debole, con l’amore di Dio sono un po’, però fratello è l’unica richiesta che ti chiedo, è la famiglia, tu sai voglio almeno che i miei figli crescano un po’ nel paese del califfato dell’islam, il paese dove c’è la legge islamica, questa è l’unica richiesta che voglio …. ma ma ma …. per questi nemici giuro giuro, se riesco a mettere la mia famiglia in salvo, giuro sarò io il primo ad attaccarli, giuro che li attacco, sarò il primo ad attaccarli in questa Italia crociata, il primo ad attaccarla, giuro, giuro che l’attacco, nel Vaticano con la volontà di Dio … però voglio solo questa richiesta”.

“Operazione da lupi solitari megglio di 20mila attacchi”
È Mohamed Koraichi fuggito dall’Italia per la shahada, il martirio per Allah, con tutta la famiglia da Lecco a persuadere Moutaharrik utilizzando tutti gli stilemi del martirio jihadista: “… c’è una felicità quando sei lì, nei posti di combattimenti … ti senti felice, ti senti tranquillo e di più quando uccidi quei nemici… che volontà di Dio, quando uno uccide un nemico sente, sente la felicità, la persona fratello mio, giuro fratello mio che queste operazioni, fratello mio Abderraman, giuro giuro che queste operazioni che fanno questi lupi solitari, è meglio fratello mio di 20mila attacchi, giuro giuro fratello mio, perché gli fa paura, spavento, li blocca al loro limite e non ce la fanno perché gli infedeli quando li attacchi sopra le loro case, loro non vivranno mai in pace, hai capito? visto che loro vengono da te e ti attaccano e tu li attacchi, loro il loro paese è tranquillo che vuole dire vive in pace, in sicurezza, in felicità, però quando li attacchi, un solo attacco così, giuro che li fai tremare, li fai tremare dal profondo, fratello mio Abderrahim come tu sai, giuro giuro fratello mio che queste operazioni, giuro che sono fantastiche, sono il massimo, dai tempi di Abou Bakr Al Bagdadi, che Dio lo protegga, a Abou Mohammed El Adnani, che Dio lo protegga, a Omar El Chichani tutti i capi del popolo islamico sono molto contenti di queste operazioni di questi lupi solitari, giuro con Dio che non c’è altro che fa entrare questa gioia nei nostri cuori, che vuol dire che fa contento Dio, anche perché fratello mio il nostro profeta diceva ‘entra nell’inferno l’infedele e l’assassino‘ con la volontà di Dio, quelli sono degli infedeli, fratello mio tu vivi in mezzo a loro, con loro, Dio è grande, giuro fratello mio, giro è la cosa migliore che la persona attacca i nemici nel profondo delle loro case, giuro in Dio che è la cosa migliore, fratello mio … voglio darti la notizia che queste operazioni, giuro giuro che questo è solamente l’inizio, ce ne saranno ancora, li abbiamo mandati dei soldati, con la volontà di Dio, che li attaccano, con la volontà di Dio nel fondo delle loro case, con la volontà di Dio, questo è solo l’inizio e questa notizia voglio che rimane tra noi due”.

I bambini con la tuta e con l’indice rivolto al cielo
Il delirio jihadista coinvolgeva anche i bambini. Nelle carte dell’inchiesta c’è una foto con quattro piccoli che indossano una tuta e con l’indice di una mano rivolto al cielo in atteggiamento che simboleggia l’esaltazione del martirio. Sono i tre figli di Koraichi, il quarto è il figlio di Oussama Khachia. “Se fai un attentato è una cosa grande” si è sentito dire Moutaharrik da Koraichi. È indagando su di lui che gli investigatori hanno scoperto il piano per terrorizzare l’Italia.

Il gip: “Estremo allarme per sicurezza dello Stato”
“Estremo allarme per la sicurezza dello Stato”scrive il gip nell’ordinanza. Allarme per la sicurezza nazionale ma anche “per la sicurezza internazionale”, derivante dalla “chiamata alle armi (autorizzazione/raccomandazione per essere arruolato), sia a raggiungere i territori dell’Is, sia a porre in essere attentati in Italia”. “L’assoluta determinazione degli stessi a compiere attentati emerge dallo stato d’animo eccitato ed insieme onorato e gioioso, per essere il Moutaharrik (che condivide l’esaltazione del momento con Khachia) stato destinatario del “poema bomba” a lui inviato da un personaggio di spicco dell’organizzazione terroristica, denominato Sceicco o Principe. Si tratta di una esaltazione del valore del nuovo arruolato combattente e dell’incitazione allo stesso a commettere azioni terroristiche”.

Il “poema bomba”, spiega il giudice “è dotato di una potenza espressiva contenente tutta l’energia sottesa alla determinazioni e ferme convinzioni di coloro che combattono in nome di dio. Il nome stesso rende perfettamente l’idea della sua forza esplosiva. Di elevatissimo allarme sono i ripetuti riferimenti all’Italia come luogo di prossimi ed imminenti attentati, atteso che in tale Paese non è ancora stato fatto nulla, sebbene sia il paese dei crociati“.

Ecco il testo completo del “poema bomba”
“Ascolta lo Sheico Colpisci! dalle tue palme, eruttano scintille, e sgozza, che con il coltello, è attesa la gloria, fai esplodere la tua cintura nelle folle dicendo “Allah Akbar”! colpisci! (esplodi!) come un vulcano, agita chi è infedele, Affronta la folla del nemico, ringhiando come un fulmine, pronuncia ”Allah akbar” e esploditi! o leone! che non si abbassa (non si piega), questa è la brigata della gloria, che vince, questo è il nostro califfato, ritorna in cima, ridà all’islam la sua gloria, i suoi battaglioni che hanno scosso le vicinanze e sono andati ad annientare gli infedeli senza cedere. Cancellare i confini che ci hanno decimato e riunirci dopo lo spargimento e l’allontanamento, in ogni paese fortemente e concedere al falco gli eroi dei nemici. Oh stato islamico! accendi il fuoco sulla folla affluente, versa sulla testa del crociato granate, non aver mai pietà finché non si spezza, nessuna vita tranne quella di un popolo che ha combattuto (Jihadista) per Dio, il suo vero combattimento o come ha ordinato, guadagna il paradiso, come i primi combattenti e vai verso, oh Abderrahim, la gloria! che chiama chi va verso essa. Grida Allah ak” (si interrompe il messaggio).

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