“Se lei mi chiede che cosa farò da grande non so cosa risponderle. A 45 anni ho scelto di fare l’insegnante ma dopo quindici anni in classe non so nemmeno che accadrà il prossimo anno perché non si sa come va a finire con questo concorsone”. Il professor Salvatore Cinquerui, siciliano d’origine e veneto d’adozione, a 60 anni, già nonno, ieri mattina ha dovuto sostenere l’ennesima prova: “Dopo essermi abilitato nel 2014 sostenendo l’esame del percorso abilitante speciale all’Università di Padova, pur essendo il primo nella graduatoria della mia classe di concorso, sono stato costretto a partecipare al Concorso per poter conservare il mio posto di lavoro. Tenga conto che ieri a fare l’esame in Veneto, sulla mia materia, eravamo in 49 e i posti sono 71. In teoria dovremmo avere tutti il posto ma se qualcuno non passa il concorsone che accadrà? Finiremo nelle graduatorie d’istituto e dopo 36 mesi saremo lasciati a casa per il divieto dei contratti di supplenza dopo tre anni”.

Cinquerui, originario di Niscemi, insegnante tecnico pratico con un diploma di perito meccanico, sa di essere “troppo giovane per andare in pensione e troppo vecchio per andare a lavorare”, come dice lui. In questi anni non si è mai arreso: “Vivo in Veneto da solo e mantengo una famiglia numerosa dal Nord. Sono orgoglioso dei miei figli che si sono tutti laureati ma non è facile. Durante il Pas andavo avanti con gli antidepressivi. Mi sono trovato a 58 anni a studiare materie come psicologia, filosofia, pedagogia che non ho mai fatto. E ora, grazie, alla Legge 107, dopo 15 anni che insegno mi ritrovo di nuovo sotto esame: due anni fa sono stato valutato da docenti universitari, ora da chi devo essere valutato?”.

Ieri mattina la prima prova: “Mi sono trovato davanti un test che era una miscellanea tra la metodologia e le mie materie. Eravamo – spiega il professore che quest’anno insegna all’istituto “Verdi” di Valdobbiadene – tutti convinti che il primo scritto fosse su altre discipline, su diritto ed economia. Siamo stati spiazzati. Difficile la parte in lingue: chiedono la conoscenza B2 ma tenga conto che mi sono diplomato nel 1975. Alle medie e alle superiori ho fatto francese. Sfido il ministero dell’Istruzione a dirmi se tutti i professori hanno competenze sulle lingue a quei livelli. In pochissimo tempo ho dovuto tradurre le domande e dare le risposte: è stato impossibile”.

La prossima prova sarà pratica: “Dovremo sorteggiarla il giorno prima. Non avremo neanche il tempo di prepararci”. Cinquerui si è stancato di pensare alla pensione: “Non posso più combattere contro i mulini a vento. Grazie anche al mio lavoro precedente ho 37 anni di contributi, dovrei andare in pensione a 64-65 anni ma mi sento ancora in grado d’insegnare. Anche da padre capisco le esigenze dei ragazzi, penso ai sacrifici che ho fatto. Vorrei il meglio per i miei alunni così come l’ho desiderato per i miei figli”.

Anche stavolta ce la metterà tutta ma sconsolato spiega: “Devo cucinare, lavare, stirare, occuparmi della mia famiglia. Devo fare i conti con la stanchezza e poi stiamo facendo un concorso mentre insegniamo ogni giorno: le lezioni ai ragazzi chi le prepara?”.

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