Che bisogno c’era di lanciare un programma di corsi di giornalismo in un Paese che già abbonda di scuole, master e facoltà di Scienze della comunicazione? Ci siamo posti la domanda, qui al Fatto Quotidiano, e ci siamo risposti che c’è una grande offerta di teoria e una altrettanto grande penuria di pratica. Fin dall’inizio, nel 2009, il Fatto è stato un giornale che ha visto lavorare fianco a fianco giornalisti di fama e giovani che da loro potevano apprendere ogni giorno come si lavora. Poi, partito su carta, il Fatto ha dovuto imparare in fretta a muoversi sul web e, sotto la guida di Peter Gomez, è diventato un successo digitale.
Ci è sembrato utile mettere a disposizione questo processo continuo di apprendimento e condivisione di conoscenze, in una scuola che abbiamo scelto di intitolare al nostro collega appena scomparso, Emiliano Liuzzi. È dedicata a chi vuole fare il giornalista, o già lo è e vuole approfondire, ma anche ai lettori curiosi di capire i meccanismi dell’informazione. A piccoli gruppi, per garantire il massimo dell’interazione con i docenti.
Intendiamoci: non è una scuola di giornalismo che garantisce un lavoro, un praticantato o una collaborazione. Questo settore è già pieno di venditori di illusioni. Noi ci limitiamo a condividere con voi idee e competenze, visto che il Fatto è nato dall’idea che per l’informazione indipendente e autorevole un mercato ci sarà sempre. Il corso inaugurale (tutto esaurito) lo ha tenuto il vicedirettore Marco Lillo con Primo Di Nicola (che sul fattoquotidiano.it cura la sezione Palazzi e Potere), sabato scorso nella sala riunioni della redazione di Roma dove nasce, ogni giorno, il giornale. Sono arrivati giornalisti e lettori da tutta Italia per la lezione di Lillo e De Nicola sul giornalismo di inchiesta: come si usano le banche dati, come si verificano le notizie, quali sono i passaggi per passare da un’indiscrezione a un solido scoop.
I corsi sono articolati su moduli di tre ore, costano 85 euro ciascuno (i membri del Fatto Social Club e gli abbonati hanno sconti del 30 per cento). I docenti mandano via email agli iscritti articoli e documenti, così i partecipanti possono arrivare preparati, molti corsi prevedono esercitazioni pratiche e la correzione degli articoli redatti dopo, secondo le indicazioni date al corso. A Roma si parlerà soprattutto di giornalismo di inchiesta, a Milano di web: il 7 maggio il direttore del fattoquotidiano.it Peter Gomez spiegherà “come scrivere in digitale”, il nostro social media manager Vincenzo Russo invece come si usano Facebook, Twitter e gli altri canali di diffusione delle notizie, Monica Belgeri ed Erminia Guastella vi introdurranno ai segreti della pubblicità online e della Seo (Search Engine Optimization, come farsi trovare da Google).
A Roma i prossimi appuntamenti sono sabato 30 aprile (c’è ancora qualche posto disponibile). Valeria Pacelli racconterà i rapporti con le fonti (avvocati, magistrati, investigatori) e – con l’aiuto del Gip del Tribunale di Roma Stefano Aprile – spiegherà come si maneggiano le intercettazioni telefoniche, cosa si può pubblicare e cosa no, si finisce con un’esercitazione pratica su un verbale. Paola Zanca, la nostra responsabile della Politica, racconterà come si possono scoprire i segreti del Palazzo: basta un pc e sapere dove cercare tra resoconti stenografici, statistiche e bollettini. I corsi già in programma sono tanti, li trovate su www.ilfattosocialclub.it. E presto annunceremo nuovi appuntamenti con il direttore Marco Travaglio e con il fondatore Antonio Padellaro.