Il rapper ha spiegato oggi in conferenza stampa a Milano le sue ragioni. "Preferisco sostenere la trasparenza"
Fedez lascia la Siae e si affida a Soundreef per la raccolta dei suoi diritti d’autore. L’annuncio è stato dato oggi dal cantante, che ha indetto una conferenza stampa a Milano per spiegare le sue motivazioni. “Ho scelto di affidarmi a loro – ha detto – per la raccolta dei miei diritti d’autore perché voglio sostenere chi fa trasparenza e fa della meritrocazia un valore fondante”.
Una scelta, quella di Fedez, maturata probabilmente in polemica con le lungaggini del tradizionale sistema all’italiana. “Esattamente un mese fa mia madre, con cui lavoro, mi porge dei rendiconti della Siae relativi al 2013, e nel 2013 non c’era ancora Renzi e avevamo papa Ratzinger. Soundreef mi dà delle alternative molto più fresche e trasparenti. Leggo ad esempio di questa iniziativa di Soudreef: vogliono eliminare i borderò cartacei, per i concerti, che verranno pagati come in uno shazam 2.0. Una cosa che in Italia suona ‘strana’, ma per me è innovativa”. Una scommessa importante, del cui peso sono tutti consapevoli. Primo tra tutti, lo stesso Fedez. “Quello che sto facendo oggi – ha detto – è giocarmi il culo insieme a loro, perché io gli sto dando tutto il mio patrimonio autoriale. Vediamo come va, io sono fiducioso”.
“Non sono qui per demonizzare la Siae”, ha premesso il cantante, anche perché si è detto convinto che “Filippo Sugar sia il miglior presidente che la Siae possa avere”. Ciononostante, le perplessità di Fedez sono evidenti, e sono dichiarate. “Siae – ha detto infatti – che non ha scopo di lucro, ha investito in immobili per 200 milioni di euro, e mi chiedo se tutti gli associati siano a conoscenza di questo e che tipo di utilizzo possano farne, gli associati. Perché io sto cercando casa, e vorrei magari abitare in uno degli immobili Siae”.
L’amministratore delegato di Soundreef, Davide D’Atri, parla di “una scelta coraggiosa ma anche di innovazione dettata dalla voglia di cambiare il sistema che garantisce i più forti”. In Europa, aggiunge D’Atri, “ogni autore può scegliere la società di intermediazione che preferisce, e ogni utilizzatore può acquistare dove desidera”. In Italia, invece, “Gli autori/editori sono stati per decenni avvolti da una nuvola nera che non ha permesso loro di vedere dove la loro musica viene ascoltata e dove i loro compensi vengono guadagnati”.
Il monopolio Siae e il diritto d’autore in Italia – La decisione di un autore come Fedez, in testa alla classifica 2015 dei concerti con più biglietti venduti e in uscita il 6 maggio con un nuovo singolo con J-Ax (“Vorrei ma non posto”), riapre il dibattito sul monopolio Siae del diritto d’autore in Italia. Lo scorso 10 aprile doveva infatti essere recepita la direttiva europea Barnier che prevede l’apertura del mercato della raccolta e della gestione del diritto d’autore, che in Europa vale 5 miliardi di euro, anche ai privati . Mentre in molti Paesi la concorrenza è garantita dalla presenza sul mercato di più di una società per la gestione dei diritti d’autore, in Italia invece l’iter parlamentare per sollecitare la messa in atto delle disposizioni europee è ancora all’inizio. In segno di protesta Soundreef e più di 300 fra imprenditori e musicisti hanno consegnato una lettera al premier Matteo Renzi per chiedere la liberalizzazione.