La campagna elettorale per le amministrative si concentra soprattutto sulle polemiche per il bilancio di Expo che non arriva e sulle omissioni di Sala in quanto a casa in Svizzera, investimenti in Romania e quote nella società Kenergy. E intanto il grillino al Corriere della Sera esprime la sua preferenza anche se specifica: "Al secondo turno non andrò a votare"
La guerra sulla trasparenza (o non trasparenza) toglie di mezzo i programmi politici. Mentre la sfida tra Giuseppe Sala e Stefano Parisi verrà decisa al ballottaggio dagli elettori del M5s. Sta tutta qui al momento la corsa per diventare sindaco di Milano. Ultimo atto, le parole del candidato dei 5 Stelle Gianluca Corrado in un’intervista al Corriere: “Dal punto di vista personale, e sottolineo che si tratta di una mia opinione, Parisi è più capace e trasparente del suo avversario”. Primo punto a favore del centrodestra. Quella di Corrado è un’opinione personale, certo, perché i grillini non daranno indicazioni di voto. Ma si sa quanto ci tengano alla trasparenza. E non a caso è questo il tema che continua a tenere banco.
Polemiche sul bilancio di Expo che non arriva. Polemiche sulle omissioni di Sala in quanto a casa in Svizzera, investimenti in Romania e quote nella società Kenergy, tutte cose che si è scordato di dichiarare nell’autocertificazione compilata quando era al vertice di Expo. L’ex commissario unico ha capito di giocarsi molto su questo. E ha provato a metterci una pezza. Ha pubblicato la dichiarazione dei redditi del 2014 per dimostrare che, nonostante le dimenticanze nell’autocertificazione, lui le tasse le paga tutte. Ma la mossa si è trasformata in un passo falso, visto che proprio da lì sono saltati fuori gli affari in Romania. Così, su invito dello stesso Corrado, ha messo online le dichiarazioni degli ultimi cinque anni. Questa volta tutto è filato liscio, tanto che Sala si è lanciato in una sollecitazione all’avversario: “Non è necessario che Parisi pubblichi la sua dichiarazione dei redditi, però se lo fa il candidato dei 5 Stelle e lo faccio io, sarebbe buona cosa lo facesse anche lui”.
Cerino in mano a Parisi, dunque. Ma Parisi, sinora, non ne è sembrato entusiasta. Prima ha fatto notare che la decisione di Sala era legata a un “problema di reputazione”, mentre lui, la sua dichiarazione, la renderà pubblica “al momento giusto”. Poi ha precisato poco convinto: “Lo farò quanto prima”. E intanto gli impegni dei candidati sul futuro della città vengono lasciati sullo sfondo. Moschee, Area C, destino dei grossisti di Chinatown, ex scali ferroviari da trasformare con più o meno cemento, tutti temi che fanno fatica a infiammare il dibattito. Meglio Sala o Parisi su tali questioni? Per Corrado, “dal punto di vista politico non ci sono grandi differenze. Se Parisi vincesse sarebbe comunque ostaggio dei partiti della destra”. Corrado non andrà a votare, mentre agli elettori del M5S verrà lasciata “libertà di scelta”. E quanto saranno importanti questi elettori ormai tutti l’hanno capito. Così tocca a Giuliano Pisapia provare con un primo ammiccamento per scongiurare il rischio che i 5 Stelle votino Parisi in funzione anti Pd versione Renzi: “Ho il massimo rispetto dei milanesi che intendono votare 5 Stelle – dice l’attuale sindaco sempre al Corriere – a loro chiedo di non trasformare il voto in una competizione politica nazionale. A tutti chiedo di valutare la differenza tra chi ha portato Milano al primo posto tra le grandi città nella classifica della qualità della vita e chi voleva fare un parcheggio al posto della Darsena. Tra chi si è impegnato contro la mafia e per la legalità e chi negava l’esistenza della mafia al Nord e ha avuto assessori e consiglieri comunali condannati, arrestati e rinviati a giudizio”.
Messaggio respinto al mittente: “Non c’è continuità tra Pisapia e Sala – sostiene Corrado -. L’uomo di Expo è l’uomo di Renzi a Milano, l’alfiere del partito della Nazione. E il Pd oggi è il partito dove si rifugiano le lobby, gli affaristi, i poteri forti. Un tempo questo ruolo era di Forza Italia, oggi è del Pd”. Più chiaro di così. Musica per le orecchie di Parisi. E lui, quello “più capace e trasparente di Sala”, inizia a farne tesoro: “Il candidato sindaco Corrado ha ragione a dire che io sono meglio, ma sull’appello al voto dei 5 Stelle in caso si andasse a ballottaggio è ancora presto. Prima bisognerà arrivare al primo turno e poi si vedrà cosa fare dopo”. E prima bisognerà vedere se la sua dichiarazione dei redditi darà sorprese. Sempre che alla fine decida di tirarla fuori.