Del tempo invidio la pazienza, la capacità di aspettare, l’inconsistenza della fretta. Tanto tutto passa per poi ritornare, niente va mai via veramente. Nel lavoro di cura costante e reciproco che è la psicoterapia, gli appunti di viaggio mentale sono una risorsa alla quale poter accedere nei momenti di bisogno ed è così che nasce quanto vado scrivendo, come frutto di un lavoro di attenzione verso l’altro e verso me stesso. Il tempo rimane il miglior terapeuta di sempre, purtroppo non ha ancora deciso di metter su dei corsi di formazione, dovesse mai farlo mi avrebbe sicuramente tra i suoi più impegnati e interessati partecipanti. Attendo speranzoso.
Il terapeuta non solo facilita lo scrupoloso lavoro che fa il tempo, ma ha il compito di proporre delle visioni diverse delle cose, non di cambiarle, perché ad operare il vero cambiamento è sempre la persona ed è questo che la differenzia da un’opera d’arte, la capacità, da un certo momento in poi, di finire da sola il lavoro cominciato, l’artista e l’opera tendono a coincidere. Il prendersi cura di sé e degli altri investe la vita di ognuno, nasciamo, per lo più, da un atto di amore tra due persone, a farci crescere non sarà solo l’affetto però, ma la cura che, generata da esso, si ritaglierà subito un suo ruolo, rivendicando una sua indipendenza. Dire amare a sé stessi è dir-amare parti di sé in ogni dove e in ogni quando.