La Festa delle Famiglie arriva a Milano. Una festa che declina il nome di “famiglia” al plurale, perché molteplici sono gli affetti e le forme di amore che danno loro vita e futuro. Appuntamento che ormai si celebra a livello internazionale dal 2007; quest’anno i bambini e le bambine arcobaleno sfileranno insieme ai loro genitori nel capoluogo lombardo, città simbolo di una rinascita culturale e morale del nostro paese che accoglie per l’occasione anche i papà gay e le mamme lesbiche. Tutti e tutte a rivendicare il diritto alla felicità e le dovute tutele giuridiche.
“Per una nuova primavera di diritti” è lo slogan scelto quest’anno dalle associazioni organizzatrici, in primo luogo Famiglie Arcobaleno, la cui presidente Marilena Grassadonia ha da poco ottenuto dal tribunale di Roma il riconoscimento, insieme alla sua compagna, dell’adozione incrociata dei suoi figli. Riguardo al ddl sulle unioni civili, che per i soliti giochi di palazzo ha fatto fuori i diritti dei soggetti più deboli, la rappresentante di Fa così si esprime: «Il paese ha perso un’occasione ma non ci arrendiamo: ripartiamo dalla vasta rete di sostenitori e amici che abbiamo creato in questi mesi per avviare una nuova stagione dei diritti». E la giornata di oggi, a ben vedere, è proprio dedicata a chi, in questi mesi, ha mostrato vicinanza alle migliaia di famiglie omogenitoriali presenti nel nostro paese.
«Questa festa sarà il nostro modo di ringraziare tutti quelli che ci sono stati vicini e dire loro che non ci arrendiamo, anzi: ripartiamo da qui», si legge ancora nel comunicato di Grassadonia, che aggiunge: «Ripartiamo chiedendo il pieno riconoscimento per i nostri figli dei loro genitori fin dalla nascita, la possibilità di adozione piena, il matrimonio egualitario. Lo facciamo nelle piazze, nei tribunali, nei confronti della politica». E non mancano critiche contro il ddl Cirinnà: «La legge sulle unioni civili non è abbastanza e anzi, per noi genitori, è il nulla. Non stiamo chiedendo l’impossibile, stiamo chiedendo quello che è già realtà in gran parte del resto d’Europa e che, questi mesi l’hanno dimostrato, una buona fetta del Paese è già pronta a riconoscere». Sta alla politica, adesso, rispondere a questa richiesta di civiltà e di uguaglianza.
L’appuntamento per la manifestazione è in piazza San Carlo, alle 14.30, da dove si snoderà un corteo che attraverserà le vie cittadine per poi concludersi a Parco Sempione. Qui si svolgerà la festa vera e propria, sostenuta dalle tante associazioni nazionali e locali, da Arcigay ai Sentinelli di Milano, dal Coordinamento del Roma Pride a Rete Lenford, la rete di giuristi Lgbt, fino ad Amnesty International, Legambiente e Lila. Un abbraccio da parte della società civile a chi ancora oggi, nel 2016, per il proprio modo di essere famiglia, è discriminato non solo dalle forze più retrive della società, ma da scelte governative che “concedono” diritti con una mano, per toglierli con l’altra.
Ma c’è di più: la manifestazione ha ottenuto anche l’avallo dell’amministrazione locale. Ieri, infatti, in conferenza stampa ha partecipato anche l’assessore Pierfrancesco Majorino in rappresentanza delle istituzioni cittadine. E non solo: la festa delle Famiglie ha anche ricevuto il patrocinio del comune di Milano e del Consolato Generale degli Stati Uniti della città lombarda. Una risposta importante del mondo della politica dopo che, a gennaio scorso, il Pirellone fu utilizzato da Maroni per supportare un altro evento, il Family day, non certo benevolo nei confronti delle persone omosessuali e delle loro famiglie.
Molte, infine, le voci dello spettacolo e della cultura che hanno aderito e si sono fatte testimonial di questa giornata di condivisione e di festa: da Carlo Gabardini a Giusy Ferreri, da Malika Ayane a Ivan Cotroneo e molte altre personalità. Segno evidente che, nella nostra società, si capisce cos’è l’affetto di un genitore per la propria prole. E segno, anche, che si stenta a comprendere come mai l’orientamento sessuale diventi un ostacolo tale da impedire ai bambini e alle bambine che nascono da gay e lesbiche di avere gli stessi diritti dei figli di tutto il resto della popolazione.