Il candidato della sinistra alle Comunali attacca le forze dell'ordine. Lo spezzone sociale del corteo bloccato prima della fine della manifestazione. Il senatore dem: "Prenda invece le distanze dai facinorosi"
“Un eccesso di reazione preventiva“. Giorgio Airaudo, candidato sindaco della sinistra attacca la gestione dell’ordine pubblico alla manifestazione del Primo maggio a Torino, dove la polizia ha caricato lo spezzone “sociale” (video). Il gruppo composto da collettivi, centri sociali, No Tav e precari è stato isolato dal resto del corteo prima dell’ingresso in piazza San Carlo, dove si sono tenuti i comizi conclusivi. Con l’obiettivo, secondo i manifestanti, di prevenire contestazioni contro gli esponenti Pd, il sindaco Piero Fassino in testa. “Le forze dell’ordine hanno impedito al corteo di proseguire, penalizzando i manifestanti che non hanno potuto da un certo momento in poi attraversare Via Roma”, accusa Airaudo. “E di fronte alla richiesta di un’alternativa con le forze dell’ordine la risposta è stata negativa. Così si compromette il diritto a manifestare, che va garantito a tutti e non solo a quelli più o meno vicini o prossimi al governo”.
Le parole dell’ex segretario della Fiom, riportate da Repubblica.it, hanno innescato la polemica con i democratici. “Una certa sinistra, che sinistra non è più da tempo, non riesce proprio a stare dalla parte della legalità e delle forze dell’ordine”, commenta oggi il senatore Pd Stefano Esposito, oggetto di un tentativo di aggressione al corteo, da parte di un singolo manifestante armato di spranga, poi fuggito, condannato dallo stesso Airaudo. “Nonostante i soliti noti, da Askatasuna agli anarchici ai No Tav più fanatici”, prosegue Esposito, “abbiano tentato di guastare il corteo nell’unico metodo che conoscono, ovvero la violenza squadrista, Airaudo invece di prendere le distanze dai facinorosi non trova di meglio che attaccare la polizia e straparlare di ‘eccesso di reazione'”.
Cariche della polizia per evitare fischi agli oratori “ufficiali”? I segretari del Pd cittadino e regionale, Fabrizio Morri e Davide Gariglio, ribaltano l’accusa: “I soliti professionisti dell’antagonismo hanno voluto approfittare del 1 maggio, che è la festa di tutti, per provocare il Partito Democratico e tenerci fuori dal corteo”.