L'associazione ambientalista rilancia l'allarme sul rischio che in Europa si abbassino le protezioni in materia di prodotti ogm e carne trattata con ormoni. E secondo la Sueddeutsche Zeitung gli Usa, per ottenere il via libera, minacciano di bloccare le facilitazioni per l'industria europea dell'auto. Cecilia Malmstrom (Ue) getta acqua sul fuoco. Il 7 maggio manifestazioni a Roma contro l'intesa
E’ Ttip-leaks. Mentre si allungano i tempi per la chiusura dell’accordo, una nuova grana si abbatte sul trattato sul commercio tra Stati Uniti e Unione europea. Fino ad oggi sui testi è stata mantenuta la massima segretezza, anche nei confronti dei parlamentari dei Paesi coinvolti. Ma ora Greenpeace Olanda ha pubblicato 240 pagine di documenti della trattativa, rinnovando l’allarme sui pericoli per i consumatori delle due sponde dell’Atlantico. “Avevamo ragione: confermati rischi per clima, ambiente e sicurezza dei consumatori”, ha accusato l’associazione ambientalista. La paura è che in Europa cadano le tutele da ogm e carne trattata con ormoni e passi in secondo piano anche la protezione dell’ambiente. E le carte riportano scontri Usa-Ue sugli appalti e sulla difesa delle denominazione originale dei vini europei. Intanto, rivela il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, gli Stati Uniti minacciano di bloccare le facilitazioni per l’industria europea dell’auto se non saranno ascoltate le proprie richieste. Così, la campagna Stop Ttip prepara una manifestazione nazionale per il 7 maggio a Roma, mentre il Movimento 5 Stelle chiede al governo di fermare i negoziati e riferire in aula.
“Cadranno protezioni su ogm e carne trattata con ormoni”. Greenpeace ha messo in evidenza i punti più sensibili: “Il principio di precauzione, inglobato nel Trattato Ue – sottolinea l’associazione ambientalista – non è menzionato nei capitoli sulla “Cooperazione Regolatoria”, né in nessuno degli altri 12 capitoli ottenuti. Invece la richiesta Usa di un approccio “basato sui rischi” che si propone di gestire le sostanze pericolose piuttosto che evitarle, è evidente in vari capitoli”. Il principio di precauzione, vigente in Europa, prevede che, prima di vendere un prodotto, l’azienda debba provare l’assenza di rischi nella sua commercializzazione. Negli Usa, invece, vale il principio dell’evidenza scientifica: il prodotto può essere venduto senza problemi fino a quando qualcuno, a proprie spese, non dia la dimostrazione scientifica della sua nocività. E su questo punto, la Sueddeutsche Zeitung, che ha analizzato i documenti pubblicati, ha spiegato che “gli americani attaccano i principi di fondo di precauzione della tutela del consumatore europeo che oggi proteggono 500 milioni di consumatori dall’ingegneria genetica negli alimenti e dalla carne trattata con ormoni”.
Greenpeace: “Nessuna tutela su ambiente e clima”. Ma le questioni sollevate dagli attivisti riguardano anche la tutela ambientale. “Nessuno dei capitoli che abbiamo visto fa alcun riferimento alla regola delle Eccezioni Generali (General Exceptions) – scrive Greenpeace – Questa regola, stabilita quasi 70 anni fa, compresa negli accordi Gatt (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation permette agli stati di regolare il commercio ‘per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante’ o per ‘la conservazione delle risorse naturali esauribili'”. Da qui, la conclusione: “L’omissione di questa regola suggerisce che entrambe le parti stiano creando un regime che antepone il profitto alla vita e alla salute umana, degli animali e delle piante”. E l’associazione ambientalista aggiunge che, nonostante l’allarme lanciato dall’ultima conferenza di Parigi, “non c’è alcun riferimento alla protezione del clima nei testi ottenuti”.
“Gli Usa minacciano ritorsioni sul mercato dell’auto”. E il punto è anche politico, come sottolinea la Sueddeutsche Zeitung. “Mentre l’Ue rende pubbliche le sue proposte, gli Usa si ostinano a mantenere segrete le posizioni, garantendosi così uno spazio di manovra tattico – scrive il giornale tedesco – E Washington minaccia di bloccare le facilitazioni sulle esportazioni per l’industria automobilistica europea. Il governo americano si affretta a chiarire che i progressi sui componenti di auto sono possibili solo se l’Ue si muove sulle dogane per i prodotti agrari”.
Gli Stati Uniti non fanno aperture all’Europa sugli appalti. Le carte pubblicate confermano la resistenza degli Stati Uniti ad aperture sul tema degli appalti. Gli Usa, come rileva Repubblica, pur riconoscendo il libero accesso alle proprie gare, tengono il punto sulla legge “buy american”: in poche parole, qualunque azienda può vincere un appalto, ma il 50% dei prodotti utilizzati per i lavori devono provenire dagli Stati Uniti. La questione è nota negli ambienti vicini al dossier. In audizione al Senato, il dirigente del ministero dello Sviluppo economico Amedeo Teti ha spiegato: “Il problema è che gli Usa non sono stati capaci di fare aperture all’Europa nemmeno in ambiti come gli appalti pubblici e i servizi“.
Scontro sui vini: resistenza Usa sui “tarocchi” di Chianti e Marsala. Dai documenti emerge anche uno scontro frontale tra Stati uniti e Unione europea sulle norme per tutelare i vini europei. In particolare, sul fronte europeo, si ribadisce che il Trattato transatlantico dovrà includere le regole complessive vigenti sui vini, in modo da escludere che un produttore americano possa usare a piacimento le 17 denominazioni di vini Ue. Gli Stati Uniti, invece, dal canto loro, hanno ribadito il loro fermo dissenso, rifiutando la richiesta Ue di non poter usare le denominazioni “semigeneriche” dei vini europei, come gli italiani Chianti, Marsala, il greco Retzina, il portoghese Madeira e i francesi Chablis e Champagne.
Ue: “Non abbasseremo mai la tutela dei consumatori”. Di fronte alla fuga di notizie, la Commissione europea cerca di gettare acqua sul fuoco. La commissaria al Commercio Cecilia Malmstrom continua ad assicurare che non farà passi indietro nelle norme che difendono la sicurezza dei cittadini: “Nessun accordo commerciale ad opera della Ue abbasserà mai il nostro livello di tutela dei consumatori, o della sicurezza alimentare, o dell’ambiente. Non cambieranno le nostre leggi in materia di ogm, o sul nostro modo sicuro di produrre carne di manzo, o il modo di proteggere l’ambiente. Qualsiasi accordo commerciale potrà solo cambiare i regolamenti per renderli più forti”. E ancora: “Potremmo essere d’accordo con il partner sul fatto che, ad esempio, la sicurezza sui medicinali possa essere più dura di prima, ma mai più debole”. Quello che Greenpace chiama “testo consolidato”, sostiene il commissario europeo, non è in alcun modo “il risultato” del negoziato, ma solo “l’insieme delle posizioni dei due lati negoziali”. “Ed è normale – aggiunge – che entrambi le parti di una trattativa vogliono raggiungere il numero maggiore possibile di propri obiettivi”. Insomma, conclude Malmstrom, “ciò non significa che c’incontreremo a metà strada. Ci sono zone che registrano distanze eccessive su cui non c’è accordo“. Intanto Michael Froman, rappresentante americano per il Commercio, ha bollato le rivelazioni di Greenpeace come “nel migliore dei casi fuorvianti e nel peggiore completamente sbagliate“.
La campagna Stop Ttip prepara la manifestazione. Intanto, anche in Italia continua la mobilitazione contro la firma dell’accordo. “La documentazione resa pubblica oggi – sottolinea Marco Bersani, tra i coordinatori della Campagna Stop Ttip Italia, “dimostra che il Ttip è un attacco generalizzato ai diritti e alla democrazia. Se ad oggi era la democrazia a definire i limiti del mercato, con il Ttip sarà il mercato a definire i limiti della democrazia. Per opporsi a tutto questo, tutte e tutti in piazza a Roma il prossimo 7 maggio”. La manifestazione nazionale è sostenuta da oltre 300 organizzazioni e sindacati e da oltre 50 comitati locali che lottano contro la segretezza e la portata del Ttip.
M5s chiede al governo di fermare i negoziati e riferire in aula. “Il governo venga a riferire in Aula per aver tenuto parlamentari e cittadini italiani all’oscuro dei contenuti allarmanti del Ttip diffusi oggi – scrivono in una nota i deputati del Movimento 5 Stelle – Perché in Germania per i parlamentari tedeschi è stato possibile consultare il testo del Ttip mentre in Italia l’esecutivo non si è mai degnato di rispondere alle interrogazioni del M5s sull’apertura della sala di lettura e sulle relative modalità di accesso?”. Gli eletti del M5s rilanciano: “Chiediamo che il governo, oltre a riferire in Aula, d’ora in poi metta in campo al più presto tutte le azioni necessarie per fermare i negoziati“.