Chi nega la Shoah o i crimini di genocidio, di guerra o contro l’umanità rischia da 2 a 6 anni di carcere. E’ quanto previsto dal ddl approvato al Senato che introduce l’aggravante del negazionismo alla legge Mancino. 134 i voti a favore, 14 i contrari e 36 gli astenuti. Il provvedimento torna ora alla Camera. Forza Italia non ha partecipato al voto e il Carroccio si è astenuto.

Con l’emendamento di Nico D’Ascola (Ncd) è stato tolto l’avverbio “pubblicamente” che in un primo momento era stato inserito tra le polemiche in commissione Giustizia a Palazzo Madama. L’avverbio avrebbe finito con l’annacquare la norma e far cadere anche molti processi in corso, andando a snaturare di fatto tutta la legge Mancino del 1975 che punisce le discriminazioni razziali nel loro complesso.

Il disegno di legge, così come approvato dal Senato, prevede che si commini “la pena della reclusione da 2 a 6 anni se la propaganda, ovvero l’istigazione e l’incitamento commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”.

Il plauso della comunità ebraica: ” Piena soddisfazione per l’approvazione al Senato del ddl che introduce nel nostro ordinamento l’aggravante di negazionismo. Ringraziamo i senatori per il lavoro svolto ed auspichiamo un rapido passaggio alla Camera per l’approvazione definitiva del testo senza ulteriori modifiche”.

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