“Sarei orientato a votare no al referendum di ottobre sulle riforme costituzionali, proprio per proteggere la nostra meravigliosa Costituzione“. Parola di Roberto Benigni. Il giorno dopo il lancio della campagna nazionale per il “sì” di Matteo Renzi, il primo ad esprimere un caveat dal significato fortemente simbolico alla consultazione sulla quale il presidente del Consiglio fonda la continuazione del proprio mandato è il suo illustre conterraneo.
Interrogato a Pisa a margine di un incontro tra gli allievi della scuola Normale con sua moglie Nicoletta Braschi insieme all’attore e regista Andrea Renzi su ‘Happy days’ testo di Samuel Beckett con cui stanno girando i teatri italiani, il premio Oscar ha espresso le proprie riserve sull’appuntamento di ottobre: “La Costituzione è certamente perfettibile – ha spiegato- ma preferirei un dibattito ampio e pacato sui contenuti, piuttosto che il referendum su Renzi. E’ giusto parlare di superamento del bicameralismo e su alcune questioni sarei anche d’accordo nel votare sì, ma quello che mi preoccupa è la personalizzazione del quesito referendario. Comunque non ho ancora un’opinione definitiva e mi informerò attentamente, perché mi preme soprattutto difendere la Costituzione”.
“Quello che davvero impressiona è la quantità delle inchieste che in questo momento coinvolgono esponenti più o meno di primo piano del Pd”, ha detto quindi Beningni sulle recenti inchieste giudiziarie che coinvolgono il partito di Renzi. Nell’iconografia dell’attore toscano c’ancora la foto che lo ritrae con Berlinguer in braccio, il 17 giugno 1983, al termine di un comizio del Pci, ma Benigni sottolinea “che i tempi sono cambiati, per fortuna perché il mondo va avanti e non si può restare fermi a oltre 30 anni fa”. Ma oggi “fa impressione la quantità di indagini giudiziarie” che investono la politica. “E’ una piaga assoluta da estirpare. Ma non c’è bisogno che lo dica Benigni – conclude ironizzando su se stesso – visto che così con queste parole ha già parlato di recente il Capo dello Stato”.
“Volete farmi parlare di politica, ma ‘l’altro’ Renzi avete visto com’è stato bravo, pacato, riflessivo… – ha scherzato quindi l’attore sull’omonimia tra il regista dello spettacolo e il presidente del Consiglio – a Renzi, quello importante comunque voglio ugualmente molto bene, mi ha anche dato la cittadinanza onoraria di Firenze”. Ma secondo lei, gli è stato chiesto, il governo sta esaurendo la sua carica innovativa? “Sinceramente – ha risposto – aspetto ancora di vederla. Ma non parliamo di politica oggi si è discusso della condizione dell’uomo e delle sue difficoltà: un testo universale di Beckett, buono per tutti i tempi”.
Infine, l’attore ha concluso parlando della cultura in Italia: “Gli italiani sono come i bambini ai quali piace lagnarsi e invece nel settore della cultura le cose mi pare che stiano andando bene come non accadeva da anni: a teatro, come al cinema”.