Vincenzo D'Anna, uno degli esponenti più in vista di Ala: "Chiunque in Italia si proponga di cambiare le cose, di riformare il Paese, di toccare privilegi, viene colpito. In questo periodo sono arrestati tutti esponenti del Pd come ai tempi di Berlusconi erano esponenti di Forza Italia, le toghe vogliono giocare un ruolo politico"
C’è un’offensiva contro il presidente del Consiglio e contro il governo. Parole da dizionario berlusconiano. E infatti le pronuncia un ex Pdl, il senatore casertano Vincenzo D’Anna, che ora al Senato è anima e corpo del gruppo Ala, cioè i verdiniani. Le scandisce, però, non più in difesa dell’ex Cavaliere o del suo “padre politico” Nicola Cosentino. “Credo proprio che sia in atto un’offensiva della magistratura contro Renzi e il governo” dice a Affaritaliani.it. “Registro una cosa al di là degli eventi specifici – aggiunge il senatore verdiniano – Chiunque in Italia si proponga di cambiare le cose, di riformare il Paese, di toccare privilegi e nicchie di comodità, insomma tutto quello che ci ha portato in braghe di tela, ivi compreso i poteri inconferenti e irresponsabili che godono di franchigie tali da non rispondere né dei propri abusi né dei propri errori, viene colpito da una parte della magistratura”. Nelle scorse settimane D’Anna era intervenuto già per denunciare “la gogna mediatica” che ha colpito il consigliere regionale del Pd Stefano Graziano, accusato di concorso esterno in associazione camorristica. Pochi giorni fa i vertici dei gruppi parlamentari di Ala e Pd si erano incontrati a Montecitorio per coordinarsi sull’agenda degli appuntamenti in Parlamento.
Secondo D’Anna “la protesta si salda tra coloro che non hanno potuto avere niente dallo Stato, a causa del deficit, con quelli che hanno avuto troppo negli anni delle vacche grasse e cioè della spesa a debito crescente. Questo miscuglio produce lo scandalismo e la voglia di manette. E in Italia abbiamo una magistratura che è incline ad esaltarsi in questo ruolo moralizzatore, cioè elevare la giurisdizione a strumento di moralizzazione dei costumi”. Tutto questo non si lega allo scontro tra governo e Anm, cioè tra Matteo Renzi e Piercamillo Davigo: “No, il casus belli non nasce dalle parole di Davigo, che sono gravi perché da quelle affermazioni emerge il disprezzo per la presunzione di innocenza, il pregiudizio contro il ceto politico e tutta una serie di pregiudizi che dimostrano che questo è un potere non solo inconferente e irresponsabile, ma che pretende di essere il metro della morale”. “Gli arresti – continua il senatore di Ala – sono cominciati e sono quasi tutti esponenti del Pd, come ai tempi di Berlusconi erano esponenti di Forza Italia. Credo che ci sia una parte della magistratura che vuole giocare un ruolo politico. E per fare questo c’è bisogno di un presidente del Consiglio che non abbia né la tempra, né il carattere, né la volontà riformatrice di Berlusconi e di Renzi. Molto semplice”.