"Ovunque proteggi" era l'unica pellicola italiana tra gli 11 finalisti. Gli autori: "La storia portante non è la tragedia, ma la forza di Marco e Daniela. Dopo tutto quello che hanno passato, battersi con questa vitalità: per noi è una storia universale". E ora parte la raccolta fondi per realizzare il lungometraggio
“Ci dicevano che la strage di Viareggio è una storia troppo locale“. Ora Ovunque Proteggi, cortometraggio diretto da Massimo Bondielli, ha vinto al Global Short Film Festival di New York. Gli autori e i familiari delle vittime del disastro ritireranno il premio a Cannes il 21 maggio. “Un film italiano dal messaggio universale – si legge nelle motivazioni – Ed è proprio quello che gli autori di Ovunque proteggi in 12′ hanno cercato di raccontare: la dimensione umana, materiale, sconvolgente e inaccettabile di quanto accaduto la notte del 29 giugno 2009″. Un successo arrivato con l’autoproduzione, come racconta a ilfattoquotidiano.it Gino Martella, co-sceneggiatore della Caravanserraglio Film Factory.
Vinicio Capossela ha prestato il titolo di una sua canzone del 2006 e Chiara Rapaccini, ultima compagna del regista viareggino Mario Monicelli che additò
Il corto ha per protagonisti Marco Piagentini e Daniela Rombi, i due rappresentanti dei familiari delle vittime. Nella strage Marco perse la moglie Stefania, 39 anni, e due figli, Luca e Lorenzo, di 4 e 2 anni. Dopo 41 giorni di agonia, morì per le ustioni anche Emanuela Menichetti, 21 anni, figlia di Daniela. “La storia portante non è la strage – spiegano Martella e Bondielli – ma la forza di Marco e Daniela. È come se ognuno di noi fosse seduto su una sedia che è un potenziale vitale e magari non lo sappiamo, qualsiasi
IL TRAILER DEL CORTO
Il progetto di Caravanserraglio non si ferma qui: presto partirà il crowdfunding per realizzare il lungometraggio. “Ovviamente racconteremo anche del processo e degli altri familiari, ma secondo noi è questo il nucleo, il livello più potente del racconto, il messaggio che passa questa storia qua – conclude Martella – non soltanto la rabbia indirizzata più o meno correttamente, ma cacchio, che forza, che insegnamento che dà Marco”.