“Voglio candidarmi con voi per risolvere il problema della prostituzione e cambiare vita”. “No, crea divisioni nella mia coalizione. Se vuole cambiare vita, si cerchi un altro lavoro”. Botta e risposta fra la trans Efe Bal e il candidato sindaco del centrodestra, Stefano Parisi, fuori dall’Hotel De La Ville a Milano. “Mi ero proposta due settimane fa”, ha detto Bal, “per entrare nella lista del Partito liberale per risolvere il problema della prostituzione. Tre giorni fa mi hanno detto che non va più bene, perché lei non ha più accettato la mia candidatura, mi chiedo perché”. La trans è stata al centro delle polemiche in occasione del Family Day di gennaio scorso quando, in un’intervista, ha dichiarato che molti dei politici che ha visto schierarsi per la famiglia tradizione sono andati a letto con lei.
Un anno fa Efe Bal aveva annunciato di aver fatto la tessera della Lega Nord, creando molte polemiche dentro il partito. Ora ha offerto la sua disponibilità a candidarsi in consiglio comunale con Parisi. Che però ha rifiutato: “Ci sono posizioni diverse all’interno della mia coalizione”, ha spiegato, “c’è un’area cattolica molto importante. Questa sua battaglia creerebbe fratture nella mia coalizione che io non voglio avere. Il Consiglio comunale è un posto dove si lavora, non dove si acquista visibilità personale”. Efe Bal ha ribattuto: “Non vengo accettata perché sono una prostituta?”. E il candidato sindaco ha replicato: “No, perché la sua battaglia per la liberalizzazione della prostituzione non è accettata da tutta la mia coalizione”.
La trans ha spiegato al candidato Parisi che avrebbe voluto entrare in politica per sensibilizzare sul tema della legalizzazione della prostituzione. “Io voglio essere in quella lista”, ha detto, “per dire che potrei cambiare la mia vita. Per me è una sfida”. Allora, Parisi ha puntualizzato: “Se vuole cambiare la sua vita, cerchi un altro lavoro, non è che lo va a cercare nel Consiglio comunale di Milano. Vada a fare politica in una coalizione che accetta le sue idee. Gran parte della mia coalizione non è d’accordo con le sue idee, non con il suo lavoro”. E ha concluso: “La prostituzione non è regolarizzata dal sindaco, lo fa una legge nazionale. Lo farà il presidente del Consiglio se vuole occuparsene”.