I primi ad affrontare i quiz saranno i bambini delle classi seconde e quinte delle elementari. Il 12 maggio toccherà agli alunni delle classi seconde delle superiori, mentre i ragazzi di terza media si cimenteranno in occasione dell’esame di Stato il 17 giugno. Le verifiche interessano 10mila istituti e 30mila insegnanti
E’ l’ora dei test Invalsi. Dal 4 maggio, nelle scuole di tutt’Italia, iniziano le prove standardizzate elaborate dall’istituto per la valutazione del sistema educativo di istruzione. Sei date, circa 10mila plessi coinvolti, 2,2 milioni di studenti testati e 30mila insegnanti impegnati per sei prove che verranno fatte nelle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado per misurare le competenze e le conoscenze di italiano e matematica dei nostri ragazzi allo scopo di “migliorare, da un lato, l’efficacia della scuola per le fasce più deboli della popolazione scolastica e, dall’altro, di far emergere e diffondere le esperienze di eccellenza presenti nel Paese”, com’è scritto nel manuale del somministratore di quest’anno. Ufficialmente l’Invalsi non misura le abilità e le capacità degli insegnanti. Non serve a dare voti alle scuole e tanto meno ai ragazzi.
I primi ad affrontare i quiz saranno i bambini delle classi seconde e quinte delle elementari, che saranno sottoposti alla prova di italiano. Il giorno dopo, gli stessi alunni dovranno rispondere alle domande di matematica. Il 12 maggio toccherà agli studenti delle classi seconde delle superiori che dovranno affrontare le prove sia di italiano sia di matematica. Infine, per i ragazzi di terza media, l’Invalsi sarà fatto direttamente in occasione dell’esame di Stato il 17 giugno e il punteggio ottenuto andrà a comporre il voto finale.