Francesco Rizzo, 30 anni, dopo avere vissuto a Roma e in Canada è tornato 'a casa', nella Piana di Sibari. Lì insieme al suo amico Antonio Braico ha dato vita a Clementime, pensato appositamente per gli erogatori. "Al Sud siamo indietro di 100mila anni. Ma abbiamo una ricchezza incredibile". E la loro idea sta avendo successo anche in altri Paesi: "Non ho fatto altro che imitare tutti quelli che vendono"
“È così semplice che non ci aveva pensato nessuno”. Due clementine, fresche, confezionate, che arrivano nei distributori automatici di tutta Italia direttamente dalla Piana del Sibari, in provincia di Cosenza. Francesco Rizzo ha 30 anni ed è di origini calabresi. Dopo esperienze in giro per l’Italia e l’Europa, ha deciso di tornare a casa, a Corigliano Calabro. Lì, insieme al suo vecchio amico Antonio Braico, ha dato vita a Clementime, il primo snack a base di clementine pensato appositamente per gli erogatori. “La valorizzazione del territorio, e dei suoi prodotti tipici, passa anche da qui”, racconta.
Di esperienze alle spalle Francesco ne ha tante. Dal diploma come film-maker all’Accademia di Cinecittà, a Roma, ai corsi di specializzazione in regia in tutta Europa, compreso un master di 5 mesi a Vancouver, in Canada. Fino a quando, due anni e mezzo fa, decide di tornare a casa, a Corigliano, nell’azienda di famiglia. “Ho dimostrato a me stesso che potevo farcela da solo. Non stavo tornando a casina dai miei genitori – precisa –. Anzi, volevo dare il mio contributo attivo”.
È così che nasce Clementime, con una chiacchierata al caminetto dopo una partita di basket con un vecchio amico, Antonio Braico, 36 anni, calabrese, di professione geologo. “Molti agricoltori preferivano lasciar marcire le clementine sulle piante, piuttosto che raccoglierle e distribuirle, perché i costi erano molto più alti rispetto alla vendita” raccontano. Francesco e Antonio si inventano così una soluzione per valorizzare e rilanciare un prodotto tipico della Piana del Sibari. Contattano le aziende di vending dei fondi del caffè che utilizzavano nell’impianto di biomasse della famiglia e scoprono numeri impressionanti: “Solo in Italia consumiamo quasi 500 snack al secondo – spiega Francesco –. Lì ho capito che la nostra idea era quella giusta”.
In poche settimane sono partite le telefonate, gli incontri, le pianificazioni. Antonio si occupa della gestione dei clienti, Francesco della parte più manageriale. “Sognavo che a Padova e a Roma i miei amici potessero mangiare le clementine fresche come le mie. Abbiamo scelto il packaging di cartone che andasse nelle spirali e la calibratura e il peso della frutta”, aggiunge.
Le difficoltà, certo, non sono mancate. E per uno come Francesco che ha girato l’Europa, il confronto con l’estero è davvero pesante. “In Italia, specialmente qui al Sud, siamo indietro non di 10, ma di 100mila anni – ruggisce –. I servizi sono agghiaccianti: da Corigliano, ad esempio, non c’è un treno, un aereo che arrivi da qualsiasi parte. Per andare in altre città devo spostarmi in auto, e di tanto”. Per non parlare delle questioni burocratiche: “Se nel resto del Paese la burocrazia fa schifo qui è davvero imbarazzante”.
Nonostante tutto, per Francesco è proprio dal Sud che può e deve ripartire la riscossa dell’Italia. “Credo fortemente, e lo sto vivendo sulla mia pelle, che in questa terra ci siano molte più opportunità. Se hai voglia di fare, se hai le palle, se capisci, puoi farcela. C’è una ricchezza incredibile, i terreni che abbiamo qui se li sognano ovunque”. Su un punto, però, il giovane imprenditore è intransigente. “Dovremmo cominciare a capire la ricchezza che abbiamo. E, soprattutto, dovremmo smetterla di fare gli imprenditori agricoli senza sporcarci le mani. Sono il primo ad andare nei campi, ed è anche questa, spesso, la parte più divertente”.
L’azienda ha solo 4 mesi di vita, ma sta crescendo a un ritmo inaspettato. “Non ho fatto altro che imitare tutti quelli che vendono. Parlare con le persone giuste, raccontare una storia, valorizzare un prodotto“. Le clementine, fresche, completamente integre e non trattate dopo la raccolta, vengono vendute e distribuite molto più al Nord Italia, “forse perché al Sud la gente preferisce come merenda ancora un panino”, sorride Francesco. Dalla Piana del Sibari, comunque, le clementine raggiungeranno l’intera Europa: nelle ultime settimane sono arrivate proposte per la distribuzione in Inghilterra e Germania. E il progetto è pronto ad ampliarsi. Le idee, insomma, non si fermano. “Il segreto è avere un’azienda molto smart”, conclude Francesco. E sono proprio quelle che funzionano oggi, “con poco capitale e tanta liquidità”. “Non abbiamo macchinari, magazzini o dipendenti – aggiunge –. Ci appoggiamo completamente su servizi esterni. È tutto così semplice che non ci aveva pensato nessuno”.