Nel luglio 2013 le autorità informarono della presenza nelle falde acquifere del Veneto, spesso in concentrazioni elevatissime, dei composti perfluoroalchilici (Pfas), una “nuova” classe di inquinanti persistenti globali, le cui principali proprietà sono sfruttate per produrre moltissimi prodotti di largo consumo quotidiano.

I più noti sono il rivestimento anti-aderente delle padelle (Teflon) e il Goretex. I Pfas sono usati, fra l’altro, per la produzione di pesticidi e insetticidi, detersivi, pelli, tessuti impermeabili, contenitori per alimenti (sacchetti per patatine, ecc.) dai quali possono essere anche ceduti ai cibi.

In Italia sono prodotti nel Nord-Est da una multinazionale di Trissino (VI) che, secondo l’Arpav, ha immesso per decenni queste sostanze direttamente nel fiume Agno e in un depuratore civile che scarica nel fiume Fratta-Gorzone, la cui acqua è usata per irrigare i campi e allevare gli animali. A oggi la contaminazione delle falde acquifere si estende per circa 180 kmq, interessando oltre 350.00 persone in circa 50 comuni di 4 provincie venete. I Pfas persistono per anni nel sangue e per decenni nelle matrici ambientali. Sono presenti anche in animali (foche, orsi) e uomini residenti nell’Artico.

Ilfattoquotidiano.it ne aveva già parlato presentando l’allarme su 60 mila persone potenzialmente a rischio. Ai nostri microfoni oggi il dott. Vincenzo Cordiano Medico ematologo e Presidente ISDE Vicenza.

Ascolta l’intervista: http://goo.gl/WFMQZw

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