Il caso di Emanuela Orlandi rischia di essere chiuso definitivamente, senza risposte. La Corte di Cassazione ha confermato infatti l’archiviazione dell’inchiesta per la scomparsa della 15enne residente in Vaticano, di cui si sono perse le tracce dal 22 giugno 1983. La sesta sezione penale della Suprema Corte ha giudicato inammissibile il ricorso della famiglia contro l’archiviazione dell’indagine della procura di Roma. Nell’ottobre scorso il gip aveva respinto l’opposizione, avanzata dai familiari di Emanuela e da quelli Mirella Gregori (scomparsa poche settimane prima), alla richiesta di archiviazione da parte del procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, e dei pm Simona Maisto ed Ilaria Calò.
L’inchiesta vedeva 6 indagati per concorso in omicidio e sequestro di persona: monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant’Apollinare, Sergio Virtù, autista di Enrico De Pedis, Angelo Cassani, detto “Ciletto”, Gianfranco Cerboni, (“Giggetto”), Sabrina Minardi, già supertestimone dell’inchiesta, e il fotografo Marco Accetti. Contro di loro sia la procura sia il gip hanno ritenuto che non fossero stati raccolti sufficienti elementi probatori. E ora è arrivato il visto della Cassazione.
Rimangono pendenti le accuse di calunnia e autocalunnia nei confronti di Accetti, che nelle scorse settimane è stato sottoposto a perizia psichiatrica che l’ha giudicato capace di intendere e volere ed anche di stare in giudizio benché affetto da disturbi della personalità di tipo narcisistico ed istrionico .