Chiedevano spiegazioni riguardo la recente nomina dell’ex direttore generale della Consob, Gaetano Caputi, a presidente della Conafi Prestitò Spa. Società quotata in Borsa sulla quale è tenuta a vigilare, così come avviene per tutte le altre presenti a Piazza Affari, proprio l’autorità guidata da Giuseppe Vegas. Avvenuta, secondo loro, “violando la legge”. Ma all’interrogazione che hanno presentato, il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti (Scelta civica), per conto del governo, non ha fornito alcuna risposta. Rimandando tutto alla prossima settimana. E così ora cinque deputati del Movimento 5 Stelle che siedono in commissione Finanze alla Camera (Carla Ruocco, Daniele Pesco, Ferdinando Alberti, Alessio Villarosa e Girolamo Pisano), si dicono pronti a dare battaglia.
IN NOME DELLA LEGGE – La vicenda sulla quale i pentastellati chiedono che venga fatta luce tira in ballo l’ex dg della Commissione nazionale per le società e la Borsa, che il 12 gennaio 2015 ha rassegnato le dimissioni per “ragioni personali”. Un fatto che, all’epoca, fece parecchio rumore. Anche perché la nomina di Caputi, che Vegas aveva già designato segretario generale nell’aprile 2011, fu accompagnata da numerose polemiche vista la scelta di un soggetto esterno (che in precedenza aveva ricoperto incarichi al ministero dell’Economia con Giulio Tremonti e a quello delle Infrastrutture con Antonio Di Pietro) con la conseguente esclusione di candidature interne, come previsto dal regolamento della Commissione. Ma cosa contestano, chiedendo perciò chiarimenti, gli esponenti del M5S? Non solo il fatto che Caputi, al momento della nomina al vertice dell’authority, “ricoprisse altri incarichi” in violazione dell’articolo 2 della legge 216/1974 istitutiva della Consob. Ma soprattutto la carica che egli ricopre da febbraio di quest’anno: presidente di Conafi Prestitò Spa, società con sede a Torino attiva nel settore dei prestiti personali. “Anche in questo caso è stata violata la legge”, attacca la Ruocco parlando con ilfattoquotidiano.it.
CONTRATTI NULLI – Per quale motivo? “L’articolo 22 della legge 114/2014 – spiega la deputata del M5S – dice esplicitamente che ‘i componenti degli organi di vertice e i dirigenti della Consob, nei due anni successivi alla cessazione dell’incarico, non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione, consulenza o di impiego con i soggetti regolati né con società controllate da questi ultimi’. Aggiungendo addirittura che i contratti conclusi in violazione di questa norma sono nulli”. A conti fatti, insomma, Caputi non avrebbe potuto essere nominato alla guida della Conafi visto che, dalle sue dimissioni dalla Consob alla nuova nomina nella società torinese, sono passati ‘appena’ tredici mesi. “Nonostante si tratti di circostanze note ai più, in Aula il viceministro Zanetti ha affermato che la Consob ha chiesto un’altra settimana di tempo per fornire la documentazione al Mef”, aggiunge la Ruocco. “A prescindere da ciò, si tratta di una gravissima violazione della normativa vigente: il ministro Pier Carlo Padoan potrebbe addirittura arrivare a disporre il commissariamento dell’autorità. Aspettiamo la sua risposta – conclude – ma non arretreremo di un millimetro finché su questa vicenda non sarà fugato ogni dubbio”.
Twitter: @GiorgioVelardi