Lettere anonime, corvi e veleni: il consiglio comunale di Livorno è scosso da un altro mini-terremoto. Quattro consiglieri rischiano la decadenza per presunti debiti verso il Comune (multe mai pagate) o contenziosi in corso. Si tratta di due consiglieri della maggioranza del Movimento Cinque Stelle (il capogruppo Alessio Batini e Barbara Lenzi), l’ex segretario comunale del Pd Jari De Filicaia e Giuseppe Grillotti, ex grillino, espulso dal M5s durante il caos della vicenda rifiuti e ora all’opposizione con Livorno Libera. Gli accertamenti dell’amministrazione, in base al Testo unico sugli enti locali, sono partiti dopo une lettere anonime inviate al prefetto Tiziana Costantino e ai capigruppo. Così il consiglio comunale ha ufficialmente contestato ai 4 consiglieri le condizioni di incompatibilità: entro 10 giorni dovranno presentare le controdeduzioni o sanare le proprie posizioni, pena la decadenza. La questione potrebbe anche avere strascichi penali. Secondo quanto risulta al Tirreno, infatti, la Procura sta facendo accertamenti sulle autocertificazioni presentate dai quattro al momento della loro elezione, nel giugno 2014: l’ipotesi di reato che può essere contestata è falso in atto pubblico.
Il caso era stato successivamente discusso in infuocato consiglio comunale un mese fa: “Un clima da caccia alle streghe” fu l’accusa di molti consiglieri. La richiesta di “autosospensione” invocata da un altro ex grillino, Marco Valiani, ora all’opposizione, venne bocciata. “Il mio debito – spiega uno dei 4, Batini, capogruppo dei Cinquestelle – è dovuto a una serie di multe risalenti al 2005. Nove anni più tardi, quando mi è arrivata la cartella esattoriale di Equitalia, ho concordato un piano di rientro. Dopo essere stato eletto in consiglio comunale, però, ho perso il lavoro e non ho potuto onorare in pieno il debito: ho saltato 2 rate e il piano di rientro è stato sospeso”. Poi l’accordo per una nuova rateizzazione: “Ho ricominciato, seppur con estrema fatica, a pagare”. Lenzi chiarisce: “Quattro mesi dopo l’elezione mi è stata notificata un’ingiunzione di 1500 euro per una multa non pagata. Ho chiesto la rateizzazione, pago 135 euro al mese, mi mancano 5 rate”. In un primo tempo anche un terzo grillino Valter Sarais era stato oggetto di accertamenti: “Al momento della mia elezione – spiegò in una nota – avevo un debito di 250 euro con Aamps per una rata Tia non pagata del 2008. Nel 2014, quando sono stato eletto, avevo però già concordato la rateizzazione”. Nel mirino del “corvo” anche l’ex pentastellato Grillotti. In passato Grillotti è ricorso al Tar per una controversia legata alle aree di edilizia popolare (richiesta di conguaglio per maggiori oneri di espropriazione). Il consigliere spiega però di aver revocato il mandato al legale già da due anni rinunciando a proseguire la lite contro l’amministrazione. Il “debito” di De Filicaia, ex segretario cittadino del Pd, ammontava invece a 1600 euro: “Nei giorni scorsi ho saldato tutto – conferma a ilFatto.it – Il 95% delle multe sono per divieto di sosta in zone vicine al Comune. Le ho prese durante la mia attività politica, io non ho permessi speciali. La maggior parte di queste le avrei potute contestare, ma non l’ho fatto. Quanto alle lettere anonime, mai viste cose del genere a Livorno. Questa non è politica, siamo di fronte a un metodo mafioso e vigliacco”.