Il presidente della Commissione Ue ha confermato l'apprezzamento per il migration compact, spiegando che in questo momento è "difficile dire" se per coprire i costi sia sufficiente attingere al bilancio europeo 2017 come chiede Berlino
Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker torna a confermare l’apprezzamento per il piano italiano per la gestione dei migranti, il cosiddetto “Migration compact”, e sembra aprire uno spiraglio anche sugli Eurobond. Juncker, in visita a Roma per incontrare il Papa insieme al presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e alla cancelliera Angela Merkel, ha detto infatti che “le politiche migratorie devono essere finanziate, non importa in che modo”. “E’ difficile dire” se sia sufficiente attingere al bilancio europeo 2017 come chiede Berlino, ha spiegato. “Vedremo la possibilità ed i margini di manovra, ma le politiche migratorie devono essere finanziate, non importa in che modo”. Poi ha specificato: “Non farò un commento sul finanziamento con eurobond o altro, in ogni caso il programma italiano è in linea con l’agenda che la Commissione Europea ha da parecchi mesi”.
Per finanziare i progetti infrastrutturali e facilitare l’accesso dei Paesi africani ai mercati finanziari, il governo Renzi ha proposto l’emissione di obbligazioni sovranazionali con scadenza a medio-lungo termine. Su questo punto, però, la Germania si è messa di traverso: Berlino è da sempre contraria al finanziamento condiviso dei debiti, dietro cui vede il rischio di comportamenti opportunistici da parte degli Stati meno rigorosi nel rispettare le regole del patto di stabilità.
“L’Europa è la scelta consapevole dell’esperienza opposta a quella subita dalla generazione di mio padre” segnata dalla guerra, ha affermato durante la consegna del premio Carlo Magno a Bergoglio. “L’Europa è la professione vivente della dignità umana, della convivenza tra gli uomini e della pace sociale. Nella vita di tutti i giorni rischiamo talvolta di dimenticare il valore di questa conquista: per questo apprezzo molto, Santo Padre, che Lei si appelli alla nostra coscienza rammentandoci che possiamo, e dobbiamo, dimostrarci all’altezza delle nostre responsabilità e sfruttare meglio le nostre enormi responsabilità: per i rifugiati, per la giustizia sociale, per l’armonia tra gli uomini e tra i popoli”. “Soprattutto – ha evidenziato – in un’epoca che ci vede confrontati a così tante prove sia all’esterno sia all’interno, la forza che noi europei traiamo dallo stare insieme è più importante che mai”.