Circa cinquecento black bloc, provenienti da tutta Europa, hanno attaccato con un lancio di bengala, petardi e pietre le forze dell'ordine che hanno risposto con i lacrimogeni. Corteo promosso sul web da circoli anarchici del Trentino Alto Adige
Scontri al Brennero tra manifestanti e polizia durante il corteo promosso sul web da circoli anarchici del Trentino Alto Adige contro il rafforzamento dei controlli alla frontiera con l’Austria. La tensione era alta fin dalla vigilia e i timori di violenze si sono concretizzati quando circa cinquecento anarchici e black bloc provenienti, in macchina o in treno, dall’Italia e da altri paesi europei come la Germania, l’Austria, la Spagna e la Grecia hanno attaccato le forze dell’ordine, circa un migliaio, tra cui anche agenti austriaci. Alla fine dei tafferugli, durati ore, i feriti tra le forze dell’ordine sono quattro: tre carabinieri e un poliziotto, diciotto i contusi. Feriti anche alcuni manifestanti. Nessuno di loro è grave, con prognosi di alcuni giorni. Cinque invece gli arrestati: tre uomini e due donne, tutti cittadini italiani. I fermati sono una ventina.
Appena i manifestanti sono usciti dalla stazione, molti di loro con volto coperto e vestiti di nero, hanno gridato slogan contro poliziotti e si sono scagliati contro giornalisti e fotografi lungo la via principale del paese. Poi il corteo ha iniziato a muoversi verso il confine austriaco, intorno alle 14 e 30. Gli scontri sono scoppiati immediatamente. La manifestazione si è divisa in due tronconi. Il primo ha cercato di abbattere le transenne che le forze dell’ordine avevano allestito per evitare che i dimostranti giungessero sulla sedia ferroviaria. A quel punto gli antagonisti hanno lanciato bengala, petardi e sassi. La polizia ha risposto con i lacrimogeni.
Dopo un primo attacco, un gruppo di antagonisti si è dileguato nel paesino. Alcuni hanno invece attraversato la linea ferroviaria e hanno raggiunto l’autostrada che corre parallela alla ferrovia. Altri hanno occupato i binari. Per questo la linea ferroviaria internazionale è stata interrotta. I treni sono rimasti fermi prima del valico italo-austriaco. Ma dopo poco polizia e carabinieri, che hanno fronteggiato i vari gruppetti, sono riusciti a sgomberare sia la linea ferroviaria internazionale che l’autostrada. Dopo aver disperso il grosso dei partecipanti, le forze dell’ordine sono tornate verso il paesino di frontiera lungo una strada statale, sulla quale sono rimasti i resti degli scontri. Grossi sassi, centinaia di bengala e il manico di un’ascia.
“Sono delinquenti, teppisti, non è gente che manifesta democraticamente. Bisogna reagire, la polizia doveva reagire subito: c’era gente alla stazione con i bastoni in mano”. E’ quanto afferma all’Adnkronos il sindaco di Brennero Franz Kompatscher commentando i disordini. “Il Comune aveva chiesto di proibire questa manifestazione – ora la situazione è quella che è: la ferrovia, l’autostrada sono state bloccate. Il Brennero non è adatto per manifestare”. “Brennero è un paese pacifico, non può diventare una zona per manifestare – prosegue – I profughi qui sono sempre stati trattati bene. Non si può distruggere un Paese così e non si può manifestare al confine”.
Due settimane fa, al Brennero si era svolta l’ultima manifestazione dei “no borders”, che si battono, appunto, contro i controlli che l’Austria prevede di istituire al confine sul flusso dei migranti. In quell’occasione era stato fermato per un breve tempo un militante dei centri sociali di Bologna, che venne successivamente rilasciato. Un mese fa, sempre in occasione di una analoga manifestazione al valico italo-austriaco, i manifestanti erano venuti in contatto con i gendarmi austriaci e ne era nata una scaramuccia con i poliziotti che avevano usato gli spray urticanti per respingere i militanti.
Intanto, dal congresso della Svp a Merano, il neo ministro degli Interni austriaco Wolfgang Sobotka cerca di smorzare i toni dopo la tensione delle ultime settimane legata all’emergenza migranti: “Al Brennero non ci sarà nessun muro e il confine non verrà chiuso”. A metà aprile, Vienna ha cominciato la costruzione di una barriera lungo il confine per contenere il flusso di persone in arrivo dall’Italia. E pochi giorni dopo il ministro della Difesa aveva rincarato la dose, minacciano anche la chiusura del valico.
Ora, il tentativo di gettare acqua sul fuoco. “Se l’Italia fa i suoi compiti non ci sarà neanche bisogno dei controlli”, ha aggiunto Sobotka, negando che i lavori al Brennero abbiano scopi elettorali. “Se la Germania può controllare verso l’Austria,non si capisce perché l’Austria non possa fare lo stesso verso l’Italia”, ha spiegato il ministro austriaco, che ha ricordato il grande numero di richiedenti asilo accolti nel 2015 dall’Austria.
Poi, l’appello rivolto direttamente a Bruxelles: “Auspico che la Commissione europea ci metta lo stesso impegno per l’emergenza migranti che ha dimostrato per questioni economiche“. Infine, Sobotka ha tentato un’ulteriore apertura nei confronti dell’Italia anche sulla strategia lontana dal Brennero. “C’è pieno sostegno dell’Austria per il piano Renzi – ha affermato il ministro degli Interni – Dobbiamo infatti creare le infrastrutture e le misure necessarie in Libia e negli altri Paesi di partenza”.