Politica

Carlo Calenda ministro dello Sviluppo economico, l’uomo di Montezemolo trasformato in ambasciatore

Il prossimo titolare del Mise, prende il posto di federica Guidi, ha lavorato in Ferrari e poi in Confindustria al fianco dell'attuale presidente di Alitalia, diventando anche coordinatore della sua associazione Italia Futura. Candidato con Scelta Civica e poi passato al Pd, è stato il primo non diplomatico, scelto da Matteo Renzi, a ricoprire il ruolo di rappresentante dell'Italia presso la Commissione europea

Sarà Carlo Calenda, attuale rappresentante dell’Italia presso l’Unione europea, il nuovo ministro allo Sviluppo economico. Il premier Matteo Renzi ha annunciato la sua nomina in diretta a Che tempo che fa, spiazzando i pronostici che davano come favoriti il manager Chicco Testa e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti. Torna così a riempirsi la casella lasciata libera dalle dimissioni di Federica Guidi, travolta dall’inchiesta sugli impianti petroliferi Eni in Basilicata. Un ritorno al futuro per Calenda, che fino a pochi mesi fa aveva ricoperto il ruolo di viceministro in via Veneto, al culmine di un curriculum professionale e politico sotto l’ala di Luca Cordero di Montezemolo.

Nato a Roma nel 1973 dall’economista Fabio Calenda e dalla regista Cristina Comencini, il prossimo titolare del Mise ha infatti lavorato fin dal 1988 per per la Ferrari di Montezemolo, ricoprendo gli incarichi di responsabile relazioni con le istituzioni finanziarie e responsabile Customer Relationship Management. Dopo una parentesi responsabile marketing di prodotto e programmazione per Sky Italia, infatti, Calenda ha lavorato Dal 2004 al 2008, poi, ha seguito Montezemolo diventando primo assistente dell’allora presidente di Confindustria, assumendo prima la delega agli affari internazionali, e poi ricoprendo il ruolo di direttore dell’area strategica affari internazionali di viale dell’Astronomia.

E anche l’avventura politica di Calenda è nata ancora sotto il segno di Montezemolo. Il prossimo ministro dello Sviluppo economico, infatti, ha ricoperto anche il ruolo di coordinatore politico dell’associazione Italia Futura, il think tank fondato proprio dall’ex presidente Ferrari. Nel 2013 si è poi candidato alle elezioni politiche nella lista di Scelta Civica, ma non è stato eletto. Nel febbraio 2015, insieme ad altri esponenti della formazione di Mario Monti, ha dichiarato concluso il progetto del partito e ha aderito al Partito Democratico.

Quando faceva ancora parte di Scelta Civica, Calenda è stato nominato viceministro dello Sviluppo economico dall’ex premier Enrico Letta, nel maggio 2013. Matteo Renzi lo ha confermato in quel ruolo, per poi promuoverlo a rappresentante dell’Italia presso l’Unione europea nel marzo 2016. La scelta del capo del governo non aveva mancato di sollevare polemiche. Il premier aveva infatti rimosso l’allora rappresentante a Bruxelles, Stefano Sannino, ritenuto troppo morbido nella linea politica nei confronti della Commissione, ai tempi ai ferri corti con l’Italia, in una tensione culminata con lo scontro tra Renzi e il presidente Jean Claude Juncker. Così il capo del governo ha deciso di affidare a Calenda quell’incarico che mai era stato ricoperto da un non diplomatico. Per poi richiamarlo in Italia e consegnargli le redini dello Sviluppo economico.