Il 26%, più di uno su quattro ha cambiato posto in Aula, tra Senato e Camera, lasciando lo schieramento in cui è stato eletto. E’ questo uno dei record che appartiene alla XVII legislatura, quella in corso, nata all’indomani del voto del 2013. Come rivela Openpolis, in questa legislatura 252 fra deputati e senatori hanno cambiato gruppo, con la media di 10 passaggi ogni mese, uno ogni tre giorni.

Nelle ultime due legislature, con i quattro governi che si sono susseguiti, fino al 2013, dal governo Berlusconi a quello a guida Monti, i cambi di gruppo, al mese, erano poco più di quattro, dal 2013 ad oggi la media è più che raddoppiata. Dall’ultimo governo Berlusconi (IV) che viaggiava con una media di 5 cambi al mese, si è arrivati a 15 con il governo Letta e a 8 con quello guidato da Matteo Renzi.

CHI VA E CHI VIENE – La percentuale più alta di transfughi si registra a Palazzo Madama, dove il 36% dei senatori (uno su tre) ha cambiato casacca almeno una volta. E per i parlamentari che si muovono, ci sono i gruppi che variano, con un effetto domino nato dall’esplosione di due delle principali forze in campo alle ultime elezioni politiche, il Popolo delle libertà e Scelta civica per l’Italia, che ha dato vita a un numero elevato di nuovi schieramenti. Dagli addii al Pdl sono nate Area popolare (Ncd-Udc), Conservatori e riformisti e, da ultimo, Alleanza liberalpopolare-Autonomie, mentre dal partito di Mario Monti sono nati Per l’Italia e Democrazia solidale.

In Parlamento oltre il 32% dei transfughi ha cambiato gruppo più di una volta, quasi il 4% almeno tre volte. Alcuni sono usciti e rientrati nello stesso gruppo in varie occasioni, con il record di Luigi Compagna che è entrato e uscito da Grandi autonomie e libertà per tre volte. Non pochi poi gli eletti passati dall’opposizione alla maggioranza e viceversa. Sinistra ecologia e libertà e partito democratico, che facevano parte della stessa coalizione nel 2013, si sono scambiati una ventina di deputati.

Nella geopolitica del Parlamento italiano, grazie ai trasferimenti in corso, il gruppo Misto è diventato la terza forza politica alla Camera, con 61 membri all’attivo e con il più ampio saldo positivo fra deputati persi e guadagnati. Discorso analogo al Senato, dove il Misto è fra i gruppi maggiormente cresciuti nel corso dei mesi.

CHI VINCE E CHI PERDE – Fatto il saldo, alla Camera dal 2013 partiti come Scelta civica, il Popolo delle libertà e Sinistra ecologia e libertà hanno perso complessivamente la metà dei loro eletti: rispettivamente il 58,70% hanno lasciato il partito di Monti, il 48,98% quello di Berlusconi e il 32,43% quello di Vendola. Premio fedeltà invece al partito democratico (attualmente ha nei gruppi il 94,28% dei suoi eletti) e al Movimento 5 stelle (83,49%).

Dopo scissioni e unioni varie, sono cambiate notevolmente le cose: quello che è rimasto del Popolo delle libertà resiste in Forza Italia; Scelta civica per l’Italia sopravvive solo alla Camera, scorporato dalla fronda popolare e Sinistra ecologia e libertà, mai nato come gruppo autonomo al Senato, si è unito ai fuoriusciti del Pd in Sinistra italiana. La vittima principale del valzer parlamentare è sicuramente il movimento di Silvio Berlusconi: alla Camera e al Senato il gruppo di Forza Italia ha un saldo negativo, rispettivamente di -46 e -50 rappresentanti.

 

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