Sindrome dei Balcani: evasa l’audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, si parte da Pratica di Mare, “Nonostante tutto, finalmente!”. Il brindisino di Cellino San Marco viaggia per la Florida come niente fosse: valigetta medico-militare da 300 compresse al dì, ossigenoterapia e 7 iniezioni di immunoterapia. Il tributo quotidiano alla piccola guerra santa: “Sarà una grande manifestazione. L’aereo sta partendo, adesso devo attaccare”. Nel Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa c’è il Colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni, nel 1996 pilota elicotterista in Bosnia-Erzegovina, recuperava feriti e salme. Oggi ha 48 anni, fa il ciclista e “da 14 anni combatto il male, ma sono felice lo stesso, vado avanti con la mia bicicletta”.
Precisa, certo: non è il più disabile tra i disabili. “Ma la mia è una storia differente, non più drammatica, né più meritevole di altre, ma diversa. Non la storia di una ferita evidente, di una mutilazione. Il mio corpo non ha menomazioni che catturano lo sguardo. Nessun nemico mi ha ferito in battaglia, nessun attentato mi ha colpito”. E allora? L’avversario invisibile c’è l’ha dentro: l’Mcs che quello stesso Stato per cui sorvolava i Balcani (tra le bombe) ancora non riconosce, relegando la sindrome immunoneurotossica tra le malattie rare, nonostante le diagnosi in ascesa. “In realtà il nemico l’avevo incontrato eccome e mi aveva ferito senza che me ne accorgessi”. Come? “Ha avuto tutto il tempo per devastarmi per sempre. L’uranio impoverito, i metalli pesanti li ho respirati durante le ore di volo sulle zone di guerra, mentre contribuivo a salvare vite umane. La contaminazione si è lentamente insinuata in tutti gli organi del mio corpo. Un nemico subdolo che mi ha profondamente minato dall’interno ogni singola cellula e che, giorno dopo giorno, si è impossessato di me con conseguenze devastanti”.
Calcagni non s’arrende, è pronto pure a far da testimonial, l’atleta che ci mette la faccia per il riconoscimento della sensibilità chimica. Uno spot per il diritto alle cure dando un volto a chi, come lui, per legge rimane invisibile. Incongruenze nostrane. In commissione d’inchiesta è stato ascoltato anche Cirino Strano, medico chirurgo impegnato in Sicilia col Wwf e i No Muos. Gli chiedo se non ritiene anomalo che lo Stato disconosca l’Mcs, mandando un suo rappresentante (che ne è affetto) a gareggiare in Florida, sotto gli occhi di Obama. “Ma è normale! – mi risponde – Se lo Stato dovesse riconoscere il binomio causa-effetto a tutti gli ex militari deceduti o malati o anche alla popolazione civile intossicata dall’ambiente, allora dovrebbe sborsare milioni di euro tra cause di servizio e risarcimenti.” Ma c’è il precedente, dottore! “Ma non c’è interesse, ovvio, nonostante migliaia di lavori medico-scientifici sull’elettrosensibilità o patologie legate all’avvelenamento da metalli pesanti affermino un’evidenza da esposizione”.
E lei, ai parlamentari, l’ha detto? Ha parlato di multi-fattori ambientali? “Eccome. Per capire la serietà del problema ho coniato due termini: la ‘morte silenziosa’ e la ‘nuova eternit…”. Pure l’eternit? “Si, perché per le patologie da campi elettromagnetici si sta assistendo alla stessa drammatica situazione già vissuta per l’amianto. Le autorità sottovalutarono i rischi, ignorando le evidenze cliniche e i decessi. Allo stesso modo, oggi, ci si sta atteggiando per le patologie da elettrosmog”. E dei militari come Calcagni, che ne pensa? “Il Colonnello Medico dell’Aeronautica Militare , Claudio De Angelis, responsabile dell’Osservatorio Epidemiologico della Difesa, ha i dati di numerosi casi di patologie contratte dai militari durante o dopo il loro servizio alla patria”. Nemmeno il tempo degli Invictus Games. Cerimonia di chiusura.