Pubblicato in esclusiva per il Saggiatore, il testo breve dello scrittore inglese David Peace, Fantasma (traduzione di Matteo Battarra), è, rispetto ai suoi lavori precedenti, dei quali mi sono già occupato in passato, più tradizionale nell’uso linguistico e nella struttura del plot narrativo, senza per questo venire meno alle tematiche allucinatorie e angoscianti a cui ci ha abituato l’autore originario dello Yorkshire. David Peace segue, attraverso quattro racconti, la vita di Ryūnosuke Akutagawa, scrittore e poeta giapponese morto suicida nel 1927, appena trentacinquenne, in balia delle proprie malattie fisiche e mentali. In Fantasma, il protagonista si muove nell’inferno, dal quale cerca di fuggire, nella Cina degli anni venti, che trova diversa e sfuggente rispetto al Giappone, tra le macerie di Tokyo, devastata dal grande terremoto del 1923. Akutagawa è, ovunque, preda di visioni inquietanti, inseguito da un suo sosia, emblema metaforico della pazzia, incapace di adattarsi alla vita contemporanea che attraversa arrancando, sempre più in difficoltà con le parole che lui stesso, in qualità di uomo votato alla scrittura, dovrebbe mettere su un foglio.
Naoki decide così di eliminare dalla propria vita e, paradossalmente, dai propri ricordi, Tsuyoshi, per provare a riaffermarsi ed elevarsi in seno alla collettività. Autore di numerosi bestseller, Higashino Keigo ha vinto molti premi dedicati alla letteratura mistery, e anche ne La colpa una dose di mistero allucinato pervade ogni pagina e ogni azione dei protagonisti. Il punto di forza del romanzo però rimane la capacità di descrivere uno spaccato della società giapponese contemporanea senza riserve e falsi moralismi, raccontando la vita tormentata di un parente di un assassino e non di una vittima.