Televisioni, brande, lavandini e termosifoni distrutti per protestare contro le condizioni di vita nel carcere. Domenica 8 maggio c’è stata una rivolta di un gruppo di detenuti stranieri nel carcere delle Novate a Piacenza. Secondo la ricostruzione dei sindacati di polizia, hanno inneggiato ad Allah, all’Isis e alla jihad. Alcuni detenuti hanno anche compiuto gesti autolesionistici con delle lamette e sono stati successivamente medicati. Per riportare la calma è stato necessario l’intervento della Polizia penitenziaria in tenuta antisommossa oltre a una lunga trattativa con i leader di questa sorta di “insurrezione”. Tutti i detenuti coinvolti, circa una ventina, sono stati denunciati e la prima stima dei danni è di 20mila euro.

“Fatti di una gravità estrema e forse potevano essere evitati”, hanno scritto in una nota il segretario generale del Sappe Giovanni Battista Durante e il segretario regionale dell’Emilia-Romagna Francesco Campobasso. E poi hanno ricostruito la vicenda: “Verso le 16 due detenuti di origine magrebina hanno iniziato a devastare la sezione detentiva, rompendo telecamere, suppellettili e tutto quanto era possibile distruggere. A un certo punto uno di loro ha impugnato l’idrante e ha riempito la sezione di acqua, fino a farla arrivare al piano di sotto”. In seguito ai fatti “sono stati richiamati in servizio 15 agenti, alcuni dei quali avevano già terminato il loro turno, e sono rimasti in servizio fino alle 18.30, per sedare la rivolta messa in atto dai due detenuti”. Per questo sono stati mobilitati agenti che sono entrati in sezione con scudi e caschi, “ma senza manganelli, perché non era possibile reperirli in quel momento”. “Secondo quanto riferito dai colleghi i due detenuti avrebbero inneggiato all’Isis, ad Allah e alla Jihad. Ci riferiscono sempre che uno dei due aveva già inneggiato dopo la strage di Parigi”. I due detenuti, protagonisti della vicenda, hanno infine concluso Durante e Campobasso, “al momento dei fatti, sembra che fossero anche ubriachi”. Nella sezione A, dove sono avvenuti i fatti, sono recluse 15 persone: un italiano e 14 maghrebini. A giudizio dei due esponenti del Sappe, “la cosa gravissima è che questi detenuti beneficiano del regime aperto, come coloro che si comportano bene. Per tale ragione e per la pessima gestione dell’istituto di Piacenza riteniamo che i vertici vadano immediatamente rimossi: chiediamo a questo punto che intervenga il ministro Orlando, e basta con il regime aperto ai detenuti non meritevoli”.

Sul tema è intervenuto il ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Abbiamo un forte monitoraggio del nostro sistema penitenziario”, ha commentato a margine di un convegno a Piacenza, “e sappiamo che le carceri possono essere luoghi di possibile radicalizzazione. Ecco perché teniamo sotto monitoraggio gli istituti e ogni settimana si riunisce il Comitato di analisi strategica anti terrorismo dove siede anche il rappresentante del dipartimento dell’amministrazione carceraria”.

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