In campionato Totti, quello che doveva essere rottamato, ha servito a Pjanic, e potete rivederlo su tutte le testate on line, un assist che più lucido e preciso non avrebbe potuto essere. Così la Roma ha risolto l’incontro con il Chievo Verona e si batterà ai piani alti delle coppe europee. In serata, Milena Gabanelli e i suoi hanno fornito al Governo un assist di pari precisione perché hanno esplorato a fondo il tema dei richiedenti asilo, partendo dal presupposto, che in realtà è una constatazione, che il problema sussisterà per molti anni e che tanto vale cercare di trasformarlo in una opportunità.
Una soluzione ci sarebbe, dicono, e richiederebbe circa cinque miliardi – da gestire direttamente attraverso strutture pubbliche senza alimentare il business dell’emergenza per i Buzzi in agguato – metà una tantum – per attrezzare strutture esistenti e vuote (molte ex caserme) e l’altra metà per impegnare una serie di specialisti (sanitari, docenti di varie lingue eccetera) che accelerino il processo di adattamento dei profughi alla società europea. Sicché, una volta terminato il ciclo di preparazione, chi ha diritto all’asilo potrà essere smistato nei vari Paesi europei che pagherebbero via Unione il grosso dei costi. E così, il fatto di fare da approdo agli sbarchi da disgrazia diverrebbe una grande occasione di lavoro iper qualificato, una industria dell’accoglienza nell’età delle migrazioni di massa, utile a noi e all’Unione Europea.
L’assist del team Gabanelli è duplice: 1) intanto perché prende in contropiede il panico da invasione, mostrando che si può, e anzi conviene anche alle nostre tasche, affrontare quel problema enorme con l’occhio di chi cerca il passo e l’approccio giusto per gestirlo, che è il contrario dell’emergenzialismo, utile solo a chi nei talk show vellica il sentimentalismo soccorrevole o la paura accecante; 2) in secondo luogo, mette all’ordine del giorno (del resto sta propri qui la potenza dei media) alcune soluzioni pratiche e sol per questo e spiana la strada a un Governo che, facciamo l’ipotesi, su quei punti voglia davvero intervenire, ma tema, qualsiasi cosa proponesse, di essere subissato dai mestieranti del populismo e del sensazionalismo.
Proprio per questo, c’è da aspettarsi che a Palazzo Chigi e al Viminale colgano l’occasione e battano il ferro che gli è stato scaldato, pronunciandosi sulle “soluzioni” illustrate in tv, e aprendo un confronto non tanto con i redattori, quanto con noi tutti. Anche considerando che il lungo spazio dedicato alla questione ha ottenuto ieri sera 2,6 milioni di spettatori, che sono un bel po’ di più di quelli della precedente puntata. E in politica i numeri, come si sa, contano sempre. Ancora di più che nell’Auditel.