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Rizzoli-Corriere della Sera, anche Mediobanca dice no all’offerta di Urbano Cairo: “Valutiamo proposte alternative”

Dopo Unipol e Della Valle, anche piazzetta Cuccia stoppa l'editore de La7. Su richiesta di Consob, la banca ha fatto sapere che potrebbe considerare altre offerte e non esclude nemmeno il mantenimento della partecipazione

Dopo quelli di Unipol e Della Valle, l’offerta di Urbano Cairo per Rcs registra anche il no Mediobanca. Su richiesta di Consob, piazzetta Cuccia ha fatto sapere che potrebbe considerare altre offerte, ma non esclude nemmeno il mantenimento della partecipazione. L’istituto guidato da Alberto Nagel ha poi precisato in una nota che “svolgerà le opportune valutazioni sulla base dei contenuti finanziari e industriali della citata proposta, successivamente alla pubblicazione del documento informativo relativo all’offerta e all’emissione del parere dell’emittente”. Tuttavia ha ricordato che il gruppo di via Rizzoli ha in via preliminare già bocciato l’offerta di Cairo perché ritiene che il corrispettivo sia troppo basso “rispetto alle medie degli ultimi mesi del titolo Rcs rapportate a quelle del titolo Cairo Communication e alla media delle valutazioni degli analisti”.

E’ sempre più in salita, dunque, la strada per Cairo, che l’8 aprile ha lanciato un’offerta di scambio (0,12 azioni Cairo Communication per ogni titolo Rcs) sui titoli dell’editore del Corriere della Sera. L’imprenditore e presidente del torino, sostenuto da Banca Intesa, punta, infatti ad ottenere il 50% più un’azione per poter imporre la sua gestione al gigante di via Solferino. L’obiettivo dell’editore di La7 è mettere le mani sul gruppo editoriale dopo l’uscita di Fca, che era il maggior socio del gruppo con una partecipazione del 16,7 per cento.

La delicata situazione finanziaria di Rcs ne fa però una golosa preda per chi abbia ambizioni in campo editoriale sia in Italia che all’estero, visto che la società vanta asset importanti anche in Spagna. Non a caso fra i potenziali soggetti interessati è spuntato anche il nome di Vincent Bolloré, numero uno di Vivendi, azionista di Telecom e di Mediobanca nonché socio in affari di Silvio Berlusconi. Bolloré non è però l’unico francese ad osservare da vicino la partita. Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, Rcs ha destato l’attenzione anche dell’imprenditore, Matthieu Pigasse, editore di Le Monde e soprattutto socio in affari del miliardario Xavier Niel, che non solo è nell’international advisory board di Rcs, ma è anche proprietario di un consistente pacchetto di azioni di Telecom Italia. Non solo, Mediobanca avrebbe anche sottoposto il dossier all’industriale della difesa, Serge Dassault, che controlla il quotidiano Le Figaro. Insomma, l’impressione è che la partita sul futuro di Rcs sia appena iniziata.