Copertina di Maurizio Crozza, che apre la nuova puntata di Dimartedì (La7), soffermandosi sulla nomina del nuovo ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda: “E’ il successore della Guidi. Siamo sicuri che non abbia fidanzate alla Tamoil? Ex mogli alla Esso? O qualche sguattera del Guatemala che si aggira per casa? Calenda ha recitato da ragazzo nello sceneggiato ‘Cuore’, diretto da suo nonno, Luigi Comencini. Faceva piangere l’Italia da piccolo, figurati adesso che è grande“. Crozza imita Mattarella e si rivolge al deputato M5S, Luigi Di Maio, ospite della trasmissione: “Che voi del M5S foste a un passo dal Pd si capiva già da un po’. Non dai sondaggi, più dalle indagini. Finalmente anche voi avete un sindaco indagato”. Alla reazione contrariata del parlamentare, Crozza replica: “Eh no, Di Maio. Siete diventati grandi. Non siete più vergini, state provando il ‘primo rapporto processuale completo’. Per 9 mesi Nogarin si è dato da fare. Quelli del Pd ci mettono più tempo, poi vanno nella merda fino al capo. D’altra parte, Nogarin lo aveva detto: ‘Governando ci si sporca le mani’. Come slogan era meglio ‘uno vale uno’. Ma perché i 3 consiglieri M5S che avevano messo in guardia per tempo Nogarin sul fare minchiate sono stati espulsi? Non è che il ‘vaffanculo’ vi ha preso la mano? Come direbbe Bersani: ‘Ragassi, Robespierre, a forza di tagliar teste, non è che, quando è venuto il suo turno, ci han fatto le meches’”. Crozza poi affronta l’esclusione di Fassina dalla competizione elettorale a Roma: “La sua lista si è autodistrutta da sola come i messaggi di ‘Mission Impossible’. Quando a Fassina hanno detto che non era più in corsa per le elezioni ha detto ‘Ma perché ero in corsa? Ma chi, io?’ Se a uno come Fassina dai la lista della spesa lo mandi al supermercato, torna con i mattoni e senza una scarpa. Pare che le firme della sua lista fossero state raccolte su moduli vecchi non più in vigore. Pare che sull’intestazione ci fosse ancora il timbro dei Savoia. Fassina è l’unico al mondo che riesce a far sembrare Marino Abramo Lincoln”. Crozza, infine, parla delle discusse dichiarazioni del ministro Boschi: “Per la Boschi chi vota NO al referendum sulle riforme costituzionali è come Casapound. Quindi, come 56 costituzionalisti, 11 presidenti emeriti della Consulta, tutta la sinistra del Pd e i partigiani dell’Anpi. Certo che per dei neonazisti sfondare tra quelli dell’Anpi è un bel colpo. E stavolta senza rastrellamenti. Però, cara Boschi, un conto è votare come Casapound, un conto è votare con Verdini. Cioè, se io tutte le sere vado a letto presto come un prete, non è lo stesso che andare a letto presto tutte le sere con un prete”