Claudio De Vincenti ha risposto ai pm di Potenza sull’inchiesta relativa a Tempa Rossa, l’indagine che ha travolto l’ormai ex ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che non è indagato, è stato sentito come persona informata sui fatti. E presto sarà sentito anche il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. “Ho fornito – ha detto De Vincenti al termine del colloquio – tutte le informazioni richieste chiarendo le scelte di politica industriale che sono alla base dei provvedimenti del governo”. I pm hanno approfondito alcuni aspetti riconducibili alle intercettazioni dell’inchiesta che vedono coinvolto il sottosegretario.

Il suo nome, infatti, ricorre più volte nei documenti che registrano le conversazioni dell’ex ministro Guidi con il  suo compagno Gianluca Gemelli. L’ex titolare del Mise parla di quello che ai tempi era il suo vice e del ministro Pier Carlo Padoan come “pedine” sistemati ai vertici del governo dal “quartierino” della lobby petrolifera. In un altro passaggio delle intercettazioni, Guidi apostrofava De Vincenti come un “pezzo di merda” e lo accusava di essere “amico del clan” di Gemelli (“dei figli di puttana”, il giudizio di Guidi) e “usasse” le sue pesanti deleghe, tra cui quelle all’energia e alle crisi aziendali, per “fare sempre i fatti suoi”.

La convocazione della procura di Potenza è arrivata in concomitanza con il Consiglio dei ministri del 10 maggio. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha pertanto rinunciato ad avvalersi del legittimo impedimento su indicazione dello stesso premier Matteo Renzi, come anticipato dall’edizione online de Il Foglio, secondo la quale il capo del governo, a chi gli chiedeva se la concomitanza tra la convocazione e il cdm fosse una provocazione dei magistrati, ha risposto: “Hanno sbagliato bersaglio. Io vado avanti e rilancio”. Un’eventuale ricorso al legittimo impedimento avrebbe rimandato l’appuntamento al massimo di qualche giorno.

La conferma dell’assenza di De Vincenti è stata data dallo stesso premier al termine del Consiglio dei ministri: “Il sottosegretario De Vincenti non ha partecipato al consiglio dei ministri. Il sottosegretario ha ricevuto una comunicazione dalla polizia per essere sentito come persona informata sui fatti in merito alla inchiesta di Potenza. Noi crediamo nel rispetto tra poteri dello Stato e abbiamo scelto di dare un segnale di serietà e leale collaborazione, invitando il sottosegretario a non partecipare al cdm e andare a rispondere. Siamo sempre in prima fila a chiedere ai membri del governo a collaborare”.

Il pool di Potenza sentirà (probabilmente nella prossima settimana) anche il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. A Roma i magistrati potentini hanno già ascoltato il suo vice capo di gabinetto Teresa Di Matteo su alcuni aspetti legati alla proroga decisa dallo stesso Delrio delle Autorità portuali, tra le quali quella per Augusta di Alberto Cozzo (che – secondo gli investigatori – è un altro dei componenti della “cricca” del petrolio). E questo è sicuramente uno degli argomenti che saranno affrontati nel prossimo colloquio con Delrio.

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