Secondo l'Inps, le imprese hanno beneficiato indebitamente di 600 milioni di euro previsti dagli incentivi alle assunzioni. Camusso (Cgil): "Invece di regalare soldi a pioggia sarebbero servite scelte di investimento". Il ministro del Lavoro: "In Italia accade molto spesso che su una legge ci sia qualcuno che fa il furbo"
“Un regalo alle aziende, una presa per i fondelli“. I sindacati non usano mezzi termini per attaccare il governo, il giorno dopo che l’Inps ha spiegato come, grazie gli sgravi contributivi per le assunzioni stabili, le imprese abbiano beneficiato indebitamente di 600 milioni di euro. Difende invece la scelta il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, sostenendo che le cifre dell’istituto non cambino il “risultato straordinario del Jobs act” e promettendo di punire le società che hanno commesso irregolarità.
Video di Manolo Lanaro
“Sul fronte dell’occupazione non c’è nessuna variazione sensibile e invece di regalare soldi a pioggia sarebbero servite scelte di investimento. Si è preferita una stagione del low cost a scelte di prospettive”. A dare fuoco alle polveri è Susanna Camusso, segretario generale Cgil, a margine dell’assemblea di Rete imprese Italia. “Questi dati devono servire da monito a quella stagione dell’esaltazione seguita alla riforma sul mercato del lavoro”, ha spiegato la leader sindacale, facendo riferimento alla narrazione del governo sui numeri del lavoro. “Mi sembra più una rincorsa per avere soldi che una ricerca di investimento, evoca una stagione low cost e non investimenti di qualità”. Il segretario Cgil ha fatto anche un paragone con la rilevanza mediatica riscossa dai casi dei cosiddetti “furbetti del cartellino”. Camusso ha spiegato che “se ci fossero stati solo 13 lavoratori ad aver utilizzato gli sgravi impropriamente sarebbe su tutte le prime pagine mentre quando sono migliaia di imprese la notizia passa in secondo piano”.
Ha rincarato la dose il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. “Confermo quello che dico da un anno e mezzo, si è fatto un riciclaggio dei posti di lavoro, sono stati sprecati 18 miliardi – ha attaccato il sindacalista – Se a questi 100mila ci mettiamo la scomparsa di 150mila partite Iva si rischia un saldo negativo del Jobs act”. E ancora, il leader Uil ha aggiunto: “In questi mesi ho detto che dalle Alpi alle Piramidi non vedevo ripresa, mi sembrava una ripresa per i fondelli. Il governo si faccia aiutare, il Paese ha bisogno di essere aiutato ad uscire dalla crisi”.
Ma se i sindacati passano all’attacco, il ministro del Lavoro difende la strategia del governo. “Quei 400mila posti di lavoro stabili in più restano un risultato straordinario – ha affermato Giuliano Poletti, anche se secondo l’Inps per 100mila assunzioni quei contratti hanno dato vita a un beneficio indebito dei bonus contributivi. “Non credo che questo cambi significativamente i numeri del Jobs act – ha proseguito il ministro – Sono più di 1 milione i posti a tempo indeterminato creati con la decontribuzione: quindi cambia poco in termini assoluti”. E poi ha promesso di punire chi ha violato le regole: “In Italia accade molto spesso che su una legge ci sia qualcuno che fa il furbo. Il ministero del Lavoro aveva avvertito, invece, che certe cose non si potevano fare: ed è giusto che chi ha usufruito indebitamente di sgravi fiscali venga duramente colpito”.
Infine, il presidente Inps Tito Boeri ha voluto fare delle precisazioni rispetto ai numeri diffusi dal suo istituto. “Abbiamo scoperto circa 100mila posizioni di lavoro che hanno richiesto l’esonero triennale del 2015, che per tre anni porterebbe a circa 600 milioni di esonero totale”, ha spiegato l’economista, ma “finora hanno beneficiato” solo di circa 100 milioni di euro. “Ci siamo accorti di questo problema per tempo”, quindi la restante somma, 500 milioni di euro, non è stata mai erogata, perciò non “è utilizzabile”, mentre la quota di 100 milioni “speriamo di poterla recuperare rapidamente”.