Nell'ultima giornata di Serie A va in campo il paradosso: se l'Hellas perde in Sicilia e salva i rosanero, porta a casa 15 milioni di euro in più rispetto all'eventuale permanenza nella massima serie degli emiliani. Merito di una normativa dai risvolti kafkiani
C’è un buco nella norma sul ‘paracadute’, l’assicurazione che la Lega verserà da questa stagione alle retrocesse in Serie B. Più che una buco, si tratta in realtà di una voragine che rischia di falsare la corsa alla salvezza negli ultimi 90 minuti del campionato. Perché il Palermo gioca contro il Verona, già retrocesso e per il quale la discesa tra i cadetti dei rosanero è economicamente svantaggiosa. Molto svantaggiosa. Di fatto, perdendo alla Favorita, il club veneto potrebbe intascare 15 milioni in più nei prossimi tre anni. Tanti soldi. Il tutto andrebbe a discapito del Carpi, impegnato a Udine e con un punto da recuperare sul Palermo. Una situazione borderline con gli emiliani pronti a ‘scaldare’ la vigilia dell’ultimo turno pregando il Verona di “fare il proprio dovere”. Cioè giocare e provare a vincere in Sicilia, replicando il successo contro la Juventus nonostante il destino già segnato.
Come funziona il paracadute
Il problema nasce dalle nuove norme varate dalla Lega negli scorsi mesi. Per mitigare gli effetti economici delle retrocessioni, ad aprile, la Confindustria del calcio ha deciso di versare 60 milioni alle tre retrocesse con una ripartizione diversa a seconda del proprio curriculum in Serie A. Il tesoretto verrà così diviso: 25 milioni alla squadra che scende in B dopo essere stata nella massima serie per almeno tre degli ultimi 4 anni; 15 finiscono nelle casse del club che ha militato in A per almeno due anni negli ultimi tre; 10 vanno alle neopromosse. Eventuali ‘residui’ vengono destinati alla squadra più ‘anziana’. E qui scatta il problema. Se il Verona perdesse a Palermo, andrebbe in B con Carpi e Frosinone: emiliani e ciociari, neopromossi, porterebbero a casa 10 milioni di euro; il resto sarebbe del Verona. Venticinque milioni subito e altri 15 (il residuo) nei prossimi tre anni se la squadra non dovesse conquistare la promozione in A. In caso di retrocessione del Palermo, invece, il Frosinone prenderebbe 10 milioni, mentre Verona e Palermo si dividerebbero gli altri cinquanta avendo giocato in A almeno tre delle ultime quattro stagioni. Con il Palermo pronto ad assorbire quindici milioni in più del Carpi, prosciugando il serbatoio, l’Hellas non potrebbe contare sul “bonus” nelle prossime stagioni.
La norma voluta da Lotito per il Palermo?
Da qui, la polemica. Anche perché quella norma è stata approvata ad aprile, quando il Palermo era in piena crisi tecnica, e pare che la prima versione prevedesse una ripartizione più lineare con maggiori introiti per chi aveva disputato tre campionati di A consecutivamente. Poi la giravolta, secondo Repubblica voluta da Claudio Lotito proprio per tutelare Zamparini, che ha disputato tre degli ultimi quattro campionati e non tre consecutivi. Eppure proprio il presidente dei rosanero nelle scorse settimane ha avanzato sospetti e nubi sull’impegno proprio del Verona, “colpevole” a suo avviso di aver perso contro il Frosinone. Non è stata l’unica polemica nella corsa salvezza, tanto che ora Zamparini lo ammette: “Non ho accusato nessuno, ma sono da decenni nel calcio e sono smaliziato. Ho alzato l’attenzione sulla corsa salvezza. Sappiamo cosa è successo negli passati, non è che dopo Calciopoli siamo tutte vergini – ha spiegato a Radio Anch’io Sport – Ho inviato il designatore a pensare che la lotta salvezza fosse importante e quindi a inviare gli arbitri migliori. Ho solo messo in evidenza, furbescamente, una situazione che andava guardata con occhi ben vigili”.
Carpi: “Fate il vostro”. Verona: “No lezioni di fair play”
Pronta la risposta del Carpi: “Mi piacerebbe vedere che domenica, a Palermo, il Verona giocasse come ha giocato col Milan e con la Juve. A noi nessuno ha regalato niente, spero che il Verona domenica faccia la sua parte – ha detto il patron Stefano Bonacini – Fossi il presidente del Verona, se mi dicono che il risultato col Frosinone ha aspetti non molto corretti, cercherei di incitare la squadra al massimo”. Poco dopo, ovviamente, si è aggiunta la replica di Maurizio Setti, presidente dell’Hellas: “Non accettiamo lezioni di fair play e di etica calcistica, da nessuno. Purtroppo questi sono atteggiamenti tipici del nostro Paese dove si guarda prima agli altri e poi alle proprie situazioni. So e sappiamo bene cosa fare e l’Hellas onorerà il suo percorso come ha sempre fatto”.