E’ morto lo scorso 8 maggio, mentre era in vacanza sull’isola di Koh Phangan in Thailandia, il fotorepoter Antonio Zambardino, stroncato a 35 anni da un arresto cardiaco. Il fotografo viveva da alcuni anni a Bangkok dove stava lavorando a un progetto sulla diffusione dell’Islam nel Sud Est asiatico. La notizia del suo decesso è stata diffusa dal padre Vittorio Zambardino, giornalista di Repubblica. “Abbiamo ricevuto copia del rapporto di polizia”, ha scritto su Facebook nelle scorse ore, “nel quale si dice essenzialmente che Antonio stava partecipando ad una festa sulla spiaggia. A un certo punto lui ed altri hanno deciso di fare il bagno. L’attacco sarebbe sopravvenuto durante il bagno. In pratica Antonio sarebbe annegato. I condizionali saranno eliminati solo dall’autopsia, per la quale però è necessario attendere almeno 45 giorni”.
Originario di Roma, aveva collaborato con numerose testate internazionali dal The Guardian al New York Times e dal 2008 era membro dell’agenzia Contrasto. E proprio quest’ultima ha voluto diffondere una foto scattata da Zambardino nel 2013 nell’Iraq merdionale: “Antonio”, hanno detto i colleghi in una nota, “ha lavorato sempre con grande passione e professionalità. Ci mancheranno il suo sorriso contagioso, il suo entusiasmo e il talento eccezionale. Ciao Antonio”.