Tre esplosioni di autobombe a poche ore di distanza tra loro: a Baghdad sono almeno 80 le persone rimaste uccise negli attacchi che hanno martoriato la città. Il primo, rivendicato dall’Isis, è avvenuto in mattinata, in un mercato di Sadr City, sobborgo orientale a maggioranza sciita di Baghdad, dove sono morte almeno 64 persone e altre 87 sono state ferite. Nel pomeriggio una seconda esplosione ha ucciso almeno 15 persone e ne ha ferite 33 all’entrata del quartiere di Kadhimiya, anch’esso sciita, e infine un terzo attacco nel distretto di Al Yamea a maggioranza sunnita nell’ovest della capitale ha provocato 7 morti e 20 feriti.
Secondo una fonte di polizia, la prima esplosione ha creato anche numerosi danni agli edifici della zona, e molte auto al momento sono ancora in fiamme: Sadr City, dove vivono molti seguaci del religioso sciita Muqtada al-Sadr, è frequente luogo di attentati da parte di estremisti sunniti.
Il primo attentato è stato rivendicato dallo Stato islamico. Lo riporta la Dpa, che riferisce di un comunicato di rivendicazione circolato sui social media. Nel testo l’Is afferma di aver utilizzato un’autobomba per colpire una riunione di miliziani sciiti a Sadr City. L’emittente al Arabiya spiega che l’agenzia di propaganda dell’Is, Amaq, riferisce che a entrare in azione è stato un kamikaze, il cui obiettivo dichiarato era appunto quello di colpire miliziani sciiti.
Sono fonti di polizia, invece, a riferire sugli altri due attentati: quello nella zona a maggioranza sciita di Al Kazemiya, nel nord della capitale, è stato causato da un kamikaze che si è fatto esplodere a bordo di un’autobomba, mentre nell’attacco nel quartiere di Al Yamea a esplodere è stata un’autobomba posteggiata.