La corruzione ha costi elevatissimi, non solo in termini strettamente economici, ma anche sociali. Ad affermarlo è Christine Lagarde, direttore generale del Fmi, che fornisce i numeri del fenomeno: solo le tangenti pagate ogni anno ammontano a 1.500-2mila miliardi di dollari, il 2% del pil globale. L’ex ministro dell’Economia francese ha definito “pernicioso” l’effetto del fenomeno corruttivo sull’economia, sottolineando il rischio di un ”circolo vizioso dannoso” nel lungo termine.

“La corruzione ha un impatto corrosivo sulla società. Può mettere a rischio la fiducia nel governo ed erodere gli standard etici dei privati cittadini”, ha spiegato Lagarde, sottolineando che il fenomeno favorisce l’evasione fiscale e impedisce gli investimenti esteri e nazionali. “In una società – ha aggiunto – in cui il successo dipende di più da chi si conosce invece che dai meriti personali, gli incentivi all’istruzione per i giovani sono a rischio”.

“Non accetto l’idea o il mito di chi ritiene la corruzione un problema culturale”, ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale, lanciando l’allarme sui costi elevati della corruzione su più fronti. “I costi diretti sono conosciuti, quelli indiretti possono essere ancora più sostanziali, traducendosi in una minore crescita e in una maggiore disuguaglianza”, mette in evidenza Lagarde, denunciando anche gli elevati costi sociali. Serve ”trasparenza” da parte delle autorità, così da consentire ai cittadini di monitorare l’attività. E serve un “ruolo maggiore della società civile. Con l’uso dei social media la società può diventare una forza nel combattere la corruzione”.

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