“Lotto per ogni voto”. Bernie Sanders non si arrende. Ha già vinto in Wisconsin, Alaska, nello Stato di Washington, alle Hawaii (lo Stato di nascita del presidente Obama), in Michigan, in Indiana. E in molti altri stati se l’è giocata con la sua avversaria Hillary Clinton. Il senatore socialista del Vermont diventato una spina nel fianco del Partito democratico ha vinto anche le primarie in West Virginia al grido di “Lotterò fino alla fine, per ogni voto”.
Una corsa sorprendente corsa la sua non permette alla ex First lady e Segretario di Stato dell’amministrazione Obama di chiudere la partita e dedicarsi al 100% alla sfida finale che già vede con Donald Trump – anche lui indigesto per il suo partito – verso l’election day di novembre per tornare alla Casa Bianca da primo presidente donna degli Stati Uniti.
Sanders però pensa alla vittoria finale e punta all’unità: è necessario battere il futuro candidato repubblicano. “Ho un messaggio per i delegati a Filadelfia. – dice – Se con Hillary Clinton abbiamo molte differenze, su una cosa siamo d’accordo: dobbiamo sconfiggere Donald Trump. Non diventerà presidente perché il popolo americano sa che la nostra forza è la diversità”.
Sono 29 i delegati messi in palio per i democratici in West Virginia, ma non è il numero a contare questa volta, bensì il valore altamente simbolico della vittoria che rafforza il suo messaggio politico, rinvigorisce la determinazione del senatore ad arrivare fino alla convention di Filadelfia, di contare e far pesare la forza del suo appello alla “rivoluzione politica” che già spinge la Clinton a sinistra.
Se e quando raggiungerà i 2383 delegati necessari per assicurarsi la nomination l’ex First lady vorrà anche l’unità del partito per una investitura piena e vorrà dalla sua parte tutti quei voti e quei consensi che Sanders ha conquistato. E allora eccolo il 74enne ricordarle uno per uno i punti sui quali ha condotto una campagna partita senza credito e arrivata ad attirare folle record, a mobilitare i giovani di solito assenti dai radar dei sondaggi, vincendo ad oggi 19 stati. “Abbiamo bisogno di un’economia che funzioni per tutti, non soltanto per l’1%”. Quindi l’assistenza sanitaria universale, college e università pubblici gratuiti, “i ricchi e le corporation paghino la giusta parte di tasse”. Intanto i repubblicani hanno votato in West Virginia e Nebraska, entrambi vinti da Donald Trump, unico rimasto in corsa per il Grand Old party.