Chiariamo subito una cosa, e valga questa metaforica stretta di mano come gentlemen’s agreement: se la cosa va in porto facciamo fifty fifty. È vero, hai fatto quasi tutto tu, ma anche le idee hanno un valore e non c’è giorno che passa che qualche creativo non trovi un modo creativo per sottolinearlo, quindi fifty fifty mi sembra una cosa equa e giusta. Per cui, caro Calcutta, patti chiari e amicizia lunga. Perché sì, lo confesso, ora sono fiero di te.
Dopo aver lasciato tanto bene intuire quel che poteva fare con Mainstream, grazie anche a due singoloni come Frosinone e Cosa mi manchi a fare, finalmente il cantautore laziale sforna la canzone che stavamo aspettando. Come ci tiene a sottolineare sui social, citandoci, non di singolo si tratta, ma di una cosa fatta tra amici (chi non chiama un singolo “cosa fatta amici” di questi tempi?). E’ il singolone che stavamo aspettando. Lo è a partire dall’incedere reggae, venato però di quella malinconia tipicamente cantautoral-italiana, anzi, malinconia cantautoral-italiana in modalità calcuttiana, e lo è ancor più per il video, davvero accattivante (diciamolo, pure un po’ paraculo).
Ma lo è soprattutto per questa capacità, già chiara in Mainstream, di trovare le parole giuste da mettere nelle melodie giuste. Stiamo parlando di Oroscopo, quello che, ci sentiamo di dire senza correre chissà quale rischio di smentita, sarà uno dei tormentoni dell’estate 2016. Brano che vede Calcutta, vivaddio, collaborare con Takagi & Ketra: quella svolta produttiva che auspicavamo nel nostro scritto, non a caso citato appunto da Calcutta nel presentare il nuovo brano. Un brano, va sottolineato, che cita nel ritornello parole come “guagliona” o “danza kuduro” senza sembrare demenziale, ma anzi, assolutamente credibile. Una canzone di Calcutta che suona come una canzone di Calcutta dovrebbe suonare, non approssimativa, quindi, non fatta col famoso accordo nuovo citato da da Enzo Savastano nella sua parodia della canzone indie. Una gran bella canzone.
E allora, veniamo a noi. Stabilito con Calcutta che, visto che l’idea è stata mia è giusto fare fifty fifty, passiamo alle cose serie. Signori pubblicitari, è a voi che mi rivolgo. Ora tocca a voi. Per i prossimi spot puntate tutto su Oroscopo di Calcutta. Non solo la canzone funziona alla grande, seppur senza avere dietro nessuna macchina da guerra iperproduttiva, ma è decisamente fresca, diretta e, soprattutto, farebbe incuriosire tutti coloro che incapperebbero nella pubblicità, lì a chiedersi chissà di chi è questa canzone. Noi ve l’abbiamo detto prima che faccia il botto definitivo, così potrete anche dire di averlo lanciato voi. Poi non venite a lamentarvi qui, eh, se non prenderete la palla al balzo.
PS. Nell’articolo precedente sfidavo anche su un altro fronte Calcutta, invitandolo a venire allo stadio con me per vedere Genoa-Frosinone, ancora da disputare all’epoca. Calcutta non si è presentato. E ha fatto bene. Quattro a zero per il vecchio Grifone e tutti a casa. Bisogna saper perdere, cantava un suo collega di un certo successo, ma anche evitare di farlo così clamorosamente.