Cinema

Festival di Cannes 2016, il giorno di George Clooney: “Non temete non ci sarà alcun presidente degli Stati Uniti che porta il nome di Donald Trump”

E' giunto sulla Croisette da protagonista di Money Monster, il nuovo film della collega Jodie Foster, accolta in trionfo dal Festival che ne lanciò la carriera 40 anni fa con Taxi Driver di Scorsese. "Avevo 12 anni, sono emozionata di tornare qui, tutto è cambiato da allora"

di Anna Maria Pasetti
Festival di Cannes 2016, il giorno di George Clooney: “Non temete non ci sarà alcun presidente degli Stati Uniti che porta il nome di Donald Trump”

“Non temete non ci sarà alcun presidente degli Stati Uniti che porta il nome di Donald Trump“. Parola di George Clooney. E l’applauso della stampa internazionale scatta, perché se lo dice l’uomo americano che meglio riassume glamour a impegno civico possiamo davvero dormire sonni tranquilli. Divo incontrastato dell’odierna giornata del 69°Festival di Cannes, è giunto sulla Croisette da protagonista di Money Monster, il nuovo film della collega Jodie Foster, accolta in trionfo dal Festival che ne lanciò la carriera 40 anni fa con Taxi Driver di Scorsese. “Avevo 12 anni, sono emozionata di tornare qui, tutto è cambiato da allora”.

Chi invece non aveva mai calcato la leggendaria Montè des Marches è Julia Roberts, al suo primo Cannes nonostante la già lunga carriera da star. “Qui è pura follia” esclama l’attrice che lo stesso Clooney ha voluto coprotagonista nel tesissimo film diretto dalla Foster, che senza giri di parole ha centrato l’obiettivo: mostrare quanto il rapporto fra denaro e comunicazione siano il vero “Monster” dei nostri tempi. “Voi non avete idea di dove i vostri soldi siano finiti!” esclama Lee Gates, l’anchorman del programma televisivo sulla finanza omonimo al titolo del film interpretato da Clooney. Uno show man che meglio di chiunque incarna la pericolosa contaminazione fra notizia e spettacolo: mentre profonde consigli ai telespettatori su come investire i risparmi, si diletta in balletti rap con tanto di travestimenti. “Sono cresciuto nell’ambiente delle news televisive, mio padre vi ha lavorato per 45 anni. Ma sicuramente quegli orridi balletti che Jodie mi ha obbligato a fare non mi appartengono! E sono un pessimo ballerino, ma non ditelo a nessuno”.

Chiaramente George, 55 anni appena compiuti e fascino intatto per il pubblico mondiale, ama scherzare ma in Money Monster se la passa piuttosto male giacchè nel cuore di una diretta viene preso in ostaggio da un giovane criminale, interpretato dal britannico Jack O’Connell. L’accusa è l’imbroglio della povera gente da parte dell’alta finanza, specie del gruppo bancario IBIS, che ha “perso” in pochi giorni 800 milioni di dollari. Come dargli torto. Il sequestro va in diretta, Patty (Julia Roberts) ne produce la trasmissione, Gates rischia di morire esploso in un giubbotto-bomba, il mondo deve sapere di quali e quanti imbrogli è colpevole. Il terrore contagioso nell’America post 9/11 e crolli dei mutui, l’ossessione per una vita perennemente in diretta e connessa, la crescente avidità della finanza internazionale: gli ingredienti di Money Monster nutrono un film ben scritto e diretto che Cannes ha accolto fuori concorso e che uscirà oggi stesso anche nelle sale italiane.

Uscirà invece in autunno il film di Marco Bellocchio, Fai bei sogni, che apre oggi la Quinzaine des Realisateurs. La pellicola, ispirata all’omonimo romanzo di Massimo Gramellini, è stato accolta con entusiasmo stamani dalla stampa internazionale e addirittura il giornalista francese Antoine Guillot ha scelto di aprire il suo programma radiofonico quotidiano da Cannes con un ritratto del grande regista italiano preferendolo ai suoi connazionali: “Questo immenso cineasta ed eterno ribelle che è Marco Bellocchio” è stata la frase celebrativa di Guillot. Benché “abbiamo di sensibilità profondamente differenti” Bellocchio ha sottolineato di trovare diversa materia vitale e a lui congeniale nel testo di Gramellini, con temi a lui cari come l’elaborazione del lutto, i rapporti famigliari, il destino dell’essere orfani, la mescolanza di linguaggi espressivi. Il fatto che la nuova opera del cineasta emiliano non sia nel concorso ufficiale ha già costituito notizia discussa, ed è stato lo stesso Bellocchio a chiudere definitivamente il discorso: “Non rispondo sul concorso. Entriamo in un discorso molto piccolo e io mi tiro fuori dal gioco. Per fortuna il film uscirà in autunno e ci sarà tempo di fare tesoro delle reazioni avute qui”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo
Playlist

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione