Il mondo della scuola è in agitazione. Mentre per il 20 maggio prossimo i sindacati hanno proclamato sarà sciopero generale, i test Invalsi sono al centro delle contestazioni degli studenti, con il boicottaggio lanciato dal Collettivo autonomo studentesco (Cas) a Bologna e il blitz dell’Unione degli studenti al ministero dell’Istruzione a Roma.
La mattina del 12 maggio, gli impiegati dell’Ufficio Scolastico Regionale di Bologna hanno trovato il portone d’ingresso bloccato con una catena e pannelli con le scritte “Blocchiamo le prove Invalsi“. La protesta è stata rivendicata dal Collettivo Autonomo Studentesco (Cas), che punta al boicottaggio dei test Invalsi previsti, indicati come “dannosi per la didattica e che puntano a standardizzare i saperi e classificare le scuole in istituti di Serie A e di Serie B”, come rivendicato dal Cas con un post su Facebook.
Nella notte, intanto, a Roma l’Unione degli Studenti ha fatto un blitz al ministero dell’Istruzione, con maschere raffiguranti il codice a barre a simboleggiare la schedatura che produrrebbe l’Invalsi: “Studenti, non numeri!” e #StopInvalsi sono gli slogan che si leggevano sui cartelli esposti e sulle pagine social network dedicate alla protesta. Gli studenti che manifestano, fanno sapere dalle associazioni studentesche, scriveranno “Studenti non numeri” sui test di oggi, oppure leggeranno dei libri durante la somministrazione della prova. In molte città si organizzeranno cortei, flash mob, lezioni di piazza. Nei giorni scorsi, invece, tre professoresse dell’ Istituto tecnico agrario “Brau” di Nuoro, sono state sospese dalla dirigente scolastica perché “non hanno addestrato gli studenti ai test dell’Invalsi”.
Secondo il Collettivo autonomo studentesco le prove Invalsi “sprecano risorse (24 milioni all’anno senza contare gli stipendi dei responsabili) mentre gli studenti sono costretti a passare la maggior parte del loro tempo in edifici pericolanti, senza laboratori, materiali e spesso anche professori”. “Noi crediamo – dichiara Danilo Lampis, coordinatore dell’Unione degli Studenti – che i test Invalsi siano dannosi e che creino discriminazioni. Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la competizione tra scuole e studenti, indirizzare e svilire la didattica rendendola un semplice bagaglio di nozioni da digerire per affrontare i test. La valutazione è parte integrante del percorso formativo, non è il fine. Per questo proponiamo modelli di valutazione narrativa, ossia una descrizione che motivi il voto per aiutarci a comprendere cosa migliorare nelle singole materie, ed una nuova valutazione di sistema campionaria, indipendente e partecipata”.
“L’idea che si possa produrre un’istantanea della scuola pubblica senza tener conto delle specificità di ogni contesto e della processualità della valutazione non è solo deleteria ed errata, ma tende ad appiattire verso il basso la didattica, svilendo anche il lavoro dei professori – continua Lampis – Il governo continua a procedere in maniera antidemocratica sul tema quando invece dovrebbe ascoltare le varie voci di protesta che si levano da tanti anni. Per questo oggi boicotteremo le Invalsi. In molte città organizzeremo cortei, flash mob, lezioni di piazza. I test non sono obbligatori per gli studenti, ma spesso vengono imposti con la minaccia della valutazione degli stessi come compiti in classe veri e propri. Da domani sarà operativo il nostro sportello contro le illegittime sanzioni disciplinari a chi sceglie di boicottare”.
Per il 20 maggio, invece, è in programma uno sciopero generale del mondo della scuola. La questione centrale è il contratto, non rinnovato da sette anni. I sindacati puntano l’indice contro l’operazione del governo che “decontrattualizza il rapporto di lavoro legificandolo in modo abbondante”. Ma sul tavolo ci sono anche il ripristino di corrette relazioni sindacali, le modifiche alla legge 107, la libertà d’insegnamento, il riconoscimento del ruolo del personale Ata, la risoluzione del problema del precariato, le modalità della valutazione e molto altro. Una protesta – hanno spiegato in conferenza stampa le maggiori sigle sindacali – che “vuole alzare un grido d’allarme per un’istituzione importante quale è la scuola”. Lo sciopero, dal quale sono esonerati i docenti impegnati nel concorso a cattedra, si articolerà in iniziative a livello territoriale la cui mappa definitiva verrà messa a punto in questi giorni.
Scuola
Invalsi, gli studenti boicottano i test e manifestano al Miur. E il 20 maggio sarà sciopero generale della scuola
Nella notte, a Roma, l'Unione degli Studenti ha fatto un blitz al ministero dell'Istruzione. A Bologna, invece, i collettivi hanno sbarrato l'ingresso dell'Ufficio Scolastico Regionale. Le prove standardizzate, secondo i manifestanti, sprecano risorse per 24 milioni all’anno, sviliscono la didattica e creano discriminazioni
Il mondo della scuola è in agitazione. Mentre per il 20 maggio prossimo i sindacati hanno proclamato sarà sciopero generale, i test Invalsi sono al centro delle contestazioni degli studenti, con il boicottaggio lanciato dal Collettivo autonomo studentesco (Cas) a Bologna e il blitz dell’Unione degli studenti al ministero dell’Istruzione a Roma.
La mattina del 12 maggio, gli impiegati dell’Ufficio Scolastico Regionale di Bologna hanno trovato il portone d’ingresso bloccato con una catena e pannelli con le scritte “Blocchiamo le prove Invalsi“. La protesta è stata rivendicata dal Collettivo Autonomo Studentesco (Cas), che punta al boicottaggio dei test Invalsi previsti, indicati come “dannosi per la didattica e che puntano a standardizzare i saperi e classificare le scuole in istituti di Serie A e di Serie B”, come rivendicato dal Cas con un post su Facebook.
Nella notte, intanto, a Roma l’Unione degli Studenti ha fatto un blitz al ministero dell’Istruzione, con maschere raffiguranti il codice a barre a simboleggiare la schedatura che produrrebbe l’Invalsi: “Studenti, non numeri!” e #StopInvalsi sono gli slogan che si leggevano sui cartelli esposti e sulle pagine social network dedicate alla protesta. Gli studenti che manifestano, fanno sapere dalle associazioni studentesche, scriveranno “Studenti non numeri” sui test di oggi, oppure leggeranno dei libri durante la somministrazione della prova. In molte città si organizzeranno cortei, flash mob, lezioni di piazza. Nei giorni scorsi, invece, tre professoresse dell’ Istituto tecnico agrario “Brau” di Nuoro, sono state sospese dalla dirigente scolastica perché “non hanno addestrato gli studenti ai test dell’Invalsi”.
Secondo il Collettivo autonomo studentesco le prove Invalsi “sprecano risorse (24 milioni all’anno senza contare gli stipendi dei responsabili) mentre gli studenti sono costretti a passare la maggior parte del loro tempo in edifici pericolanti, senza laboratori, materiali e spesso anche professori”. “Noi crediamo – dichiara Danilo Lampis, coordinatore dell’Unione degli Studenti – che i test Invalsi siano dannosi e che creino discriminazioni. Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la competizione tra scuole e studenti, indirizzare e svilire la didattica rendendola un semplice bagaglio di nozioni da digerire per affrontare i test. La valutazione è parte integrante del percorso formativo, non è il fine. Per questo proponiamo modelli di valutazione narrativa, ossia una descrizione che motivi il voto per aiutarci a comprendere cosa migliorare nelle singole materie, ed una nuova valutazione di sistema campionaria, indipendente e partecipata”.
“L’idea che si possa produrre un’istantanea della scuola pubblica senza tener conto delle specificità di ogni contesto e della processualità della valutazione non è solo deleteria ed errata, ma tende ad appiattire verso il basso la didattica, svilendo anche il lavoro dei professori – continua Lampis – Il governo continua a procedere in maniera antidemocratica sul tema quando invece dovrebbe ascoltare le varie voci di protesta che si levano da tanti anni. Per questo oggi boicotteremo le Invalsi. In molte città organizzeremo cortei, flash mob, lezioni di piazza. I test non sono obbligatori per gli studenti, ma spesso vengono imposti con la minaccia della valutazione degli stessi come compiti in classe veri e propri. Da domani sarà operativo il nostro sportello contro le illegittime sanzioni disciplinari a chi sceglie di boicottare”.
Per il 20 maggio, invece, è in programma uno sciopero generale del mondo della scuola. La questione centrale è il contratto, non rinnovato da sette anni. I sindacati puntano l’indice contro l’operazione del governo che “decontrattualizza il rapporto di lavoro legificandolo in modo abbondante”. Ma sul tavolo ci sono anche il ripristino di corrette relazioni sindacali, le modifiche alla legge 107, la libertà d’insegnamento, il riconoscimento del ruolo del personale Ata, la risoluzione del problema del precariato, le modalità della valutazione e molto altro. Una protesta – hanno spiegato in conferenza stampa le maggiori sigle sindacali – che “vuole alzare un grido d’allarme per un’istituzione importante quale è la scuola”. Lo sciopero, dal quale sono esonerati i docenti impegnati nel concorso a cattedra, si articolerà in iniziative a livello territoriale la cui mappa definitiva verrà messa a punto in questi giorni.
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Le condizioni di Papa Francesco si sono aggravate: “Crisi respiratoria e anemia, sono state necessarie trasfusioni e ossigeno”. I medici: “Prognosi riservata”
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(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.