Rimborsi più facili, informazioni più chiare ma obbligo di prenotazione anche per gli abbonati a Frecciarossa e Italo. L'ha deciso l’Autorità di regolazione dei trasporti. I comitati dei pendolari protestano: "Dall'atto di regolazione è stata eliminata tutta la parte che garantiva un servizio adeguato". Per Federconsumatori "sono diritti insufficienti"
Maggiori informazioni, meno vincoli nell’utilizzo dell’abbonamento e indennizzi per ritardi e soppressioni. Questi i diritti minimi per i pendolari dell’alta velocità – circa 9mila tra professionisti, professori, manager, consulenti che quotidianamente passano da una Regione a un’altra per raggiungere il luogo di lavoro – messi nero su bianco dall’Autorità di regolazione dei trasporti e vincolanti per Trenitalia e Ntv. Che ora sono tenuti ad adeguarsi entro il primo settembre.
La decisione arriva dopo quasi un anno dalla denuncia presentata dai 1.600 pendolari dell’abbonamento della linea Torino-Milano a cui Trenitalia ha imposto l’obbligo di prenotare il posto a sedere, pena una multa, e di conseguenza il divieto di viaggiare in piedi, nei corridoi, tra le porte o nella carrozza ristorante, come capita spesso a bordo dei treni più affollati negli orari di punta. Il caso, infatti, è esploso perché Trenitalia, la scorsa estate, volendo conoscere in anticipo i flussi dei passeggeri, non è più riuscita a stare dietro al modo di viaggiare di questi pendolari 2.0 che, con un esborso dell’abbonamento più alto, andranno certamente più veloci degli abbonati delle tratte interregionali (che – ha detto pochi giorni fa il premier Matteo Renzi – fanno “550 milioni di viaggi all’anno soffrendo realtà indicibili soprattutto al Sud”). Ma del resto, come tutti i pendolari, anche quelli in giacca e cravatta subiscono stesse problematiche e disservizi: non possono sottostare a orari fissi e vivono nella continua lotta tra ritardi dei treni e pochi posti a sedere.
Cosa cambierà, quindi, in autunno? A fronte di ritardi o soppressioni del treno su cui l’abbonato viaggia e ha riservato il posto, si ha diritto a un indennizzo adeguato. Una possibilità, finora esclusa, per gli abbonati dell’alta velocità. Gli abbonamenti, poi, si potranno comprare anche 15 giorni prima dell’inizio del mese e non una settimana prima come avviene ora. I pendolari hanno anche diritto al rilascio di un duplicato in caso di furto o smarrimento documentati. E, prima di acquistare un abbonamento, i viaggiatori dovranno sapere quanti posti sono a disposizione su ogni treno e per ogni tratta, in modo da consentire – scrive l’Autorità – “una scelta commerciale consapevole e informata“. Così, se un abbonato fosse costretto a comprare un biglietto di un operatore concorrente, perché non riesce a prenotare la poltrona, allora il proprio gestore dovrà rimborsagli il costo sostenuto per la nuova spesa. E, anche se gli abbonati hanno diritto al cambio di prenotazione, indipendentemente dal canale utilizzato per effettuarla, la prenotazione resta comunque obbligatoria.
“L’Autorità di regolazione dei Trasporti – commenta Leonardo Pellegrini, portavoce del comitato dei pendolari veloci della Torino-Milano – non potendo imporre l’obbligo di vendita libera degli abbonamenti, ha introdotto solo alcuni doveri a Trenitalia e Ntv per ridurre marginalmente i disagi dei pendolari”. E aggiunge: “Così i diritti degli abbonati sembrano essere legati solo a una corretta e chiara informazione eliminando tutta la parte dell’articolato atta a garantire un adeguato servizio di trasporto“.
E a dare fuoco alle polveri sull’annosa questione dei diritti minimi degli abbonati alta velocità è Federconsumatori, che bolla il testo “insufficiente” e “molto diverso da quello posto in prima consultazione dall’Autorità”. “È una sorta di marcia indietro sulle garanzie di pre-assegnazione del posto e di cambio di prenotazione in relazione ai posti liberi dei biglietti rimasti invenduti”, spiega a ilfattoquotidiano.it Bruno Albertinelli, responsabile Trasporti di Federconsumatori. Che si chiede: “Dal momento che ora Trenitalia o Ntv, in caso di mancata prenotazione, sono tenute a pagare solo le spese sostenute dall’utente per procurarsi un altro titolo di viaggio, chi rimborserà al pendolare – ad esempio – quelle del trasporto da e verso un aeroporto o dell’alloggio se non riesce a trovare un altro mezzo per tornare a casa? I normali passeggeri che prenotano – dice Albertinelli – hanno così più diritti degli abbonati dell’Alta velocità e questa situazione non garantisce il libero gioco della concorrenza in un settore di duopolio”.
Intanto la “disobbedienza civile” messa in atto la scorsa settimana dai pendolari della Milano – Verona -Venezia che, dalla sera alla mattina, si sono visti lievitare il costo del biglietto perché il loro treno da Frecciabianca è stato promosso a Frecciarossa (senza che di fatto sia cambiato il tempo di percorrenza con i binari ad alta velocità che saranno attivati solo a dicembre 2016) hanno strappato una rassicurazione: la Cartaplus Lombardia che i pendolari hanno finora utilizzato sarà valida fino al 31 dicembre 2016. E Trenitalia, in accordo con la Regione Lombardia, garantirà l’accesso senza nessun onere aggiuntivo a carico dei pendolari. Ma dal 2017, se il pendolare non vorrà sborsare un mucchio di quattrini per l’alta velocità (l’aumento dei prezzi degli abbonamenti varia dal 25% al 40%), dovrà rivolgersi al servizio regionale per andare a lavoro. Mentre sul fronte Ntv, il Comune di Reggio Emilia ha denunciato la società dopo che ha deciso di sopprimere da maggio gli abbonamenti a costi agevolati per i pendolari diretti a Milano e Bologna. “Un comportamento – si legge nella nota – che potrebbe configurarsi come un atto scorretto e discriminatorio verso i cittadini che quotidianamente utilizzano Italo per i propri spostamenti”.