Facebook gestisce le notizie “trend” con un apposito team più che tramite un algoritmo. La tanto sbandierata neutralità del social network più popolare al mondo non sarebbe poi così veritiera. Lo ha svelato il Guardian, venuto in possesso di un documento interno che proverebbe come la selezione delle notizie lette da centinaia di milioni di utenti dipenda più da un intervento “editoriale” che dagli algoritmi. Alle spalle delle “Tendenze” attive nei Paesi che usano Facebook in lingua inglese – e in fase sperimentale in quelle ispaniche e portoghese – c’è l’intervento di un apposito team di una dozzina di persone che seleziona gli argomenti “hot” posti in evidenza nella parte in alto a destra della home page.
Nel documento di 21 pagine ricevuto dal quotidiano inglese vengono descritte le linee guida che la squadra di selezionatori di news deve seguire. Prima Menlo Park ha negato l’esistenza di un filtro umano, poi lo ha implicitamente ammesso diffondendo un più corposo documento (28 pagine) e ribadito che sì, la squadra esiste, tramite un post del vice presidente Justin Osofsky. Insomma, la neutralità sempre rivendicata da Facebook (leggi, clicca e condividi) non esisterebbe: almeno nei paesi anglofoni, c’è un’apposita squadra a indirizzare le notizie ritenute più appetitose con tutto ciò che implica sotto il profilo della self-promotion e della mancata pubblicità a news magari molto condivise e lette ma “sgradite” alle linee guida del social network. Tra cui, pare, ci siano soprattutto notizie di carattere conservatore.
Il prontuario per il team consegnato al Guardian contiene anche un elenco di fonti utili a decidere se una news può essere ritenuta di tendenza o meno. Di fronte allo scandalo, lo stesso Osofsky ha allargato questo elenco – che comprendeva Cnn, Bbc, Fox, Nbc, The New York Times, Usa Today, The Wall Street Journal, BuzzFeed, The Washington Post e, ironia della sorte, il Guardian – a oltre mille siti mondiali. Tra gli italiani compare anche ilfattoquotidiano.it assieme a Fanpage.it e ai siti di Rai, Mediaset, Corriere, Repubblica, Gazzetta dello Sport, Libero, Msn, Sky, Tiscali e Virgilio. Con il passare delle ore e il montare del caso, è intervenuto anche Marc Zuckerberg. Secondo il fondatore di Facebook, le linee guida hanno un’utilità perché evitano “che alcuni punti di vista abbiano priorità rispetto ad altri” ma non ha escluso che l’intervento umano abbia affossato o promosso alcune notizie che sarebbe state tra i trending topics, in particolare alcune ascrivibili all’area conservatrice: “Apriremo un’indagine per essere certi che il team abbia garantito un prodotto integro – ha detto il Ceo del social network – Nelle prossime settimane inviterò i leader conservatori e altre persone di vari orientamenti per capire il loro punto di vista e comprendere come Facebook possa rimanere il più aperta possibile”.