La senatrice Pd: "Non è così, non c'è alcuna giurisprudenza creativa, c'è la giurisprudenza che, davanti alla scelta del legislatore di non decidere, continua ad applicare la norma esistente che è la legge sulle adozioni che è richiamata esplicitamente al punto 20 del maxi-emendamento del governo"
Non sono passati neanche tre giorni dal voto che ha fatto diventare legge le unioni civili e Monica Cirinnà, che del ddl è stata la relatrice, deve difendersi da un membro del governo. La bordata arriva dal ministro per gli Affari regionali con delega alla Famiglia, Enrico Costa, già Forza Italia e ora Ncd. Parlando della legge sulle unioni civili al Forum delle associazioni familiari l’ex ministro della Giustizia dice: “Sia chiaro che non può rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta: in tema di stepchild adoption fino a oggi la giurisprudenza ha dato delle interpretazioni colmando un vuoto normativo. Ora quel vuoto non c’è più, c’è una norma chiara che esclude la stepchild adoption, a maggior ragione alla luce dei lavori parlamentari, e quindi mi attendo di vedere chiusa una fase di interpretazione creativa“. Del resto solo ieri il ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano, in una intervista al Corriere aveva ricordato il patto con il premier proprio sul tema delle adozioni.
La senatrice Pd, interpellata dall’Ansa, replica con questa dichiarazione: “Non è così, non c’è alcuna giurisprudenza creativa, c’è la giurisprudenza che, davanti alla scelta del legislatore di non decidere, continua ad applicare la norma esistente che è la legge sulle adozioni che è richiamata esplicitamente al punto 20 del maxi-emendamento del governo. Nel maxi-emendamento del governo alle unioni civili – spiega – l’ultima frase del punto 20 dice che ‘resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti’. Quindi i giudici continuano ad applicare le legge in materia di adozione che, per la stepchild, applica la lettera D, cioè che per le adozioni in casi particolari il punto di partenza è la tutela del minore”.
“Che in materia di adozioni per coppie gay ci sia stata una giurisprudenza creativa e discutibile non c’è alcun dubbio. Ma il ministro Costa apra gli occhi. La legge che anche lui ha votato non si limita, come sarebbe stato comprensibile, a regolamentare alcuni diritti delle persone omosessuali, ma apre la strada a una moltiplicazione delle sentenze creative in materia di adozioni gay – interviene Maurizio Gasparri, senatore di Fi – .Lo ricorda la stessa Cirinnà citando il comma 20 dell’articolo unico della legge, che è stato inserito proprio per facilitare le sentenze che aiutino coloro che comprano bambini da donne disperate. Ed è proprio per questo che abbiamo costituito un ampio e trasversale comitato per l’abrogazione non dell’intera legge sulle unioni civili, ma di quelle parti che aprono la strada alle adozioni gay e alla compravendita di bambini. Questo è il vero obiettivo di questa legge e la Cirinnà stessa sa benissimo che in Parlamento ci sono persone che hanno fatto ricorso all’utero in affitto e che hanno sborsato soldi per avere a disposizione un bambino. I figli non si comprano. Per questo serve un referendum, per cancellare il comma 20 e impedire che la giustizia sia messa al servizio dei trafficanti di bambini”.