Niente più medicinali della Pfizer per le iniezioni letali. Il colosso farmaceutico americano costringe così molti Stati a sospendere le esecuzioni capitali per mesi, se non più a lungo e la sua decisione – anche se già 20 case farmaceutiche europee e americane hanno già annunciato iniziative simili – è considerata una pietra miliare. Pfizer è infatti un colosso mondiale, in grado di dettare la linea per il settore.
Per ragioni economiche ed etiche, negli ultimi anni le case farmaceutiche hanno vietato la vendita dei loro prodotti agli istituti penitenziari. Nei bracci della morte hanno quindi dovuto ricorrere, nell’eseguire la pena capitale, a controversi cocktail di farmaci responsabili di decine di esecuzioni problematiche che hanno causato sofferenze fisiche a diversi condannati e portato in tribunale più di uno Stato: i legali dei detenuti uccisi con la pena capitale hanno aumentato la pressione sulle autorità statali, premendo per una maggiore trasparenza su come i farmaci letali sono ottenuti.
“Con l’annuncio di Pfizer, gli Stati che prevedono la pena di morte dovranno andare sottobanco se vogliono ottenere medicinali per le iniezioni letali”, afferma Maya Foa, dell’associazione per la difesa dei diritti umani Reprieve. Da tempo alcuni Stati americani hanno cercato di importare medicinali non approvati dalla Federal Drug Administration dall’estero, ma i loro tentativi sono stati bloccati dagli agenti federali, che li hanno fermati e sequestrati. Nel 2015 si è assistito a un crollo del numero delle esecuzioni e delle condanne, scese negli Stati Uniti a livelli mai visti da quarant’anni. E proprio la mancanza di medicinali è uno dei fattori che ha favorito il calo.
Sul tema della pena di morte si è espresso, nel settembre dello scorso anno, Papa Francesco nel suo viaggio negli Stati Uniti, lanciando un appello direttamente al Congresso. Un appello accolto con freddezza da parlamentari e senatori americani. Il tema è stato anche al centro di uno scontro fra i due candidati democratici alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Bernie Sanders. L’ex segretario di Stato ritiene che andrebbe limitata ma non abolita, mentre Sanders è per una sua totale abolizione.