“La Rai è il primo vettore da cui si può capire di che segno è il riformismo di Renzi”. Michele Santoro, giornalista e già conduttore di Servizio Pubblico, ha presentato al Salone del Libro di Torino ‘Il potere dei segreti’ il primo libro pubblicato dalla Paper First del vicedirettore de il Fatto Quotidiano, Marco Lillo. Parlando del ruolo della televisione pubblica, Santoro si è scagliato contro il direttore generale di viale Mazzini: “Perché devo sentire che si augura di avere Bonolis l’anno prossimo. Te lo auguro anche io, è questa la televisione che tu ci prometti? Sono 10 mesi che stai studiando per capire cosa fare e alla fine hai capito che devi fare Bonolis!”. Per Santoro il problema è ben più grave che la sola Rai: “Il cambiamento per la televisione pubblica non è costoso, come sono costosi gli altri passi in avanti che il Paese deve fare. Se questo cambiamento non si vede in Rai, vuol dire che è un bluff anche all’interno del resto del Paese”. Sulla tv di Stato dal palco aggiunge: “Metti a lavorare i giornalisti più indipendenti, gli autori più bravi, chiamare Daniele Luttazzi e gli dici: ‘Sei in esilio da tanti anni, adesso non rompere le scatole, vuoi dire: ‘Merda, merda, merda’. Bene lo dici una sola volta, ma vai in onda, ti aspettiamo’. No, questo non si fa – continua Santoro – si chiamano in Rai quelli che devono dire che ‘tutto va bene, così va bene, si deve una visione ottimista della vita’. Questa polemica dei talk scomodi – conclude ai microfoni de ilfattoquotidiano.it -, nasconde il fatto che il governo ha il sostanziale monopolio dell’attenzione dei telegiornali, quindi enfatizzare un nemico nei talk, vuol dire far dimenticare che c’è questo strapotere nei Tg”