L’Aamps, la croce del M5s
Il caso Aamps arriva alla cronaca nazionale alla fine di novembre del 2015. L’azienda diventa, suo malgrado, tra le aziende partecipate più famose d’Italia. La miccia è del 27 novembre: dopo una riunione di 6 ore, la giunta M5s decide di prendere la strada del concordato preventivo. Il sindaco Filippo Nogarin, dopo aver ripetuto nei mesi precedenti che il Comune era pronto a rifinanziare le casse dell’azienda, decide di far prevalere la linea dell’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti che invece ha sempre ripetuto che “ricapitalizzare Aamps metterebbe in ginocchio il Comune”.
E’ proprio il cambio di linea a provocare la protesta di lavoratori e sindacati – Cgil in testa – che temono per i posti di lavoro in caso di intervento del tribunale. Viene indetto uno sciopero, la raccolta dei rifiuti si interrompe, in varie zone di Livorno i cassonetti sono circondati da sacchetti di immondizia: le foto finiscono sui giornali nazionali. Nogarin parla di campagna mediatica, ma la crisi è anche all’interno della maggioranza M5s: 3 consiglieri annunciano il proprio no. Da quel momento la giunta M5s è appesa a un solo voto di scarto sulle opposizioni tanto che a dicembre il sindaco Nogarin invita – altre liste civiche di aiutare la maggioranza, anche con un eventuale ingresso in giunta. L’invito cade nel vuoto.